Veneto: un antidoto alla disaffezione

Nella terra del miracolo economico e delle piccole imprese, la disaffezione alla politica fa presa soprattutto sui giovani. Delle testimonianze forti, però, possono ridare fiducia.
treviso

Saremo pure a Nordest per qualche motivo: nella terra del miracolo economico, dell’efficienza, delle piccole imprese e della puntualità tedesca – sarà per la vicinanza al confine – la società civile si è mossa con largo anticipo in vista delle elezioni regionali. Già il 19 e 20 febbraio, infatti, il locale Movimento politico per l’unità ha organizzato incontri di approfondimento a Treviso e Belluno con Marco Fatuzzo, presidente internazionale del Mppu. Appuntamenti pensati non solo in connessione alle imminenti consultazioni, ma più in generale per «ridare speranza in un momento difficile della vita politica, sia in tante amministrazioni locali che nel nostro Paese». Per questo è stata preziosa la presenza di alcuni politici locali, tra cui due consiglieri comunali trevigiani e un candidato alle regionali, così da avere un confronto diretto con i rappresentanti dei cittadini. Uno sprone a fare qualcosa in prima persona: «L’altra sera ad un consiglio comunale – ha detto in seguito una delle partecipanti – sono intervenuta per proporre un nuovo modo di fare opposizione, e non cedere all’idea che la politica sia quella che mostra la tv».

 

Interlocutori privilegiati di Fatuzzo sono stati i giovani, che hanno partecipato in prima persona all’organizzazione degli incontri e ne hanno avuto uno tutto per loro. «Purtroppo la partecipazione non è stata così alta come ci saremmo aspettati – ci riferisce Federico, uno degli organizzatori – ma conforta sapere che chi c’era è venuto perché ancora crede che ci possano essere esperienze positive in politica». Un antidoto all’antipolitica che, a sentire Federico, si sta diffondendo sempre più nella sua generazione: «I giovani partecipano poco. Manca il senso di responsabilità dell’elettore, la convinzione che è possibile cambiare la politica dal di dentro. C’è la sensazione che sia tutto un teatrino». Per questo è stato particolarmente interessante l’incontro con un consigliere comunale di Treviso: «Lui stesso si è ritrovato nella definizione del contesto politico attuale come un talk show, ma ci ha invitati a partecipare comunque ai consigli comunali. Soprattutto a non andarcene dopo la prima parte, ma ad aspettare che vengano discussi i veri problemi».

 

Parlando di Veneto, è impossibile non parlare di Lega: più che un partito, un fenomeno culturale. Davanti ai palazzi del potere sentiti sempre più lontani, la protesta prende la forma del“padroni a casa nostra”: «La disaffezione alla politica, almeno per quello che io ho occasione di vedere nei miei coetanei – osserva Federico – porta ad una crisi identitaria. La Lega, che è appunto un partito fortemente identitario, si pone come soggetto politico che vuole rispondere a questo bisogno». Sulla sponda politica opposta, invece, «manca un’identità corrispondente. Per questo fanno presa gli stimoli di un partito come l’Idv, che intercetta questo malcontento».

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