Vanno in giro di notte e sono bruciati dalla fatica

Al Teatro Franco Parenti di Milano lo spettacolo del coreografo Roberto Castello parla dell’alienazione del nostro vivere quotidiano
Un momento dello spettacolo

Una luce fredda scansiona le pareti disegnando tagli geometrici – corridoi, porte, angoli, strade – che salgono e scendono, che aprono e chiudono lo spazio scenico. Tra buio e luce intermittente, i danzatori, sempre in movimento e con la testa e le spalle abbassate, come portassero un peso sulle spalle, si posizionano, inizialmente in gruppo simili a zombie, poi scomposti, claudicanti, con posture e gesti sincro e in seguito difformi, scrivendo nei loro corpi di tuniche nere brevi spot del vivere quotidiano. Quello che genera affinità, desideri, conflitti, violenze.

 

Il ritmo è martellante, ossessivo. Una musica techno, un suono, dapprima urtante, poi, nel sussulto dei corpi al limite della trance dei 5 danzatori, sempre più coinvolgente. “In girum imus nocte et consumimur igni” (Andiamo in giro la notte e siamo consumati dal fuoco)”, del coreografo lucchese Roberto Castello della compagnia Aldes, è una danza cinetica tesissima, rigorosa, cinematografica, con sprazzi grotteschi. Mentre una voce meccanica, come un ordine, ripete e avvisa che la fine è vicina – “the end is near” –, gli interpreti in marcia si distribuiscono frontalmente, laterali, di spalle, in un continuo vagare notturno che li sorprenderà smembrandoli. Da un'umanità collettiva si passa all'individuo; e intanto si intrecciano, si ostacolano, si sgambettano, si torturano, si trascinano, si bloccano. La reiterazione, tra contrazioni e fluidità, trova cambi di gesti con ondeggiamenti del busto, disarticolazione dei muscoli, ghigni, mani sugli occhi, braccia penzoloni, rotolamenti a terra, mentre la spossatezza si impadronisce dei corpi, ma senza cedimenti.

 

Castello, ispirandosi all'omonimo film di Guy Debord del 1978 – in cui il regista, scrittor e filosofo francese usa immagini statiche per far progredire il discorso sui meccanismi della società dello spettacolo e del consumismo – trasfigura quel senso di perdita, l'inesorabile passare del tempo, l'alienazione e l'oppressione dell'individuo nella società moderna, l’odio e l’egoismo che ci portiamo dentro, con una coreografia costruita come un meraviglioso dispositivo scenico, dentro il quale ci cattura.

 

“In girum imus nocte et consumimur igni”, di Roberto Castello, in collaborazione con la compagnia; luci, musica, costumi Roberto Castello. Produzione ALDES. Al Teatro Franco Parenti di Milano. Dal 14 al 16/12 al  Teatro Cantiere Florida di Firenze; il 17al Teatro La Nuova Fenice di Osimo (AN); il 13/01/2017 al Teatro Kismet Opera di Bari; il 27/1 a L'altro teatro di Verona.

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