Uscire allo scoperto

Testimonianze e strategie, artisti e scienziati: la nuova evangelizzazione parla tante lingue e ora è pronta per il continente digitale
Un giovane cristiano

Pietro ha tre mesi e in modo inconsapevole è anche lui uno dei nuovi evangelizzatori. I suoi genitori, membri delle cellule di vita cristiana non hanno esitato a portarlo con loro all’incontro con il Papa nell’aula Nervi a Roma. Concetta viene da Messina: nella sua parrocchia hanno cominciato gruppi di preghiera che ben presto si sono diffusi negli appartamenti del quartiere, anche lei si sente ingaggiata nella diffusione del vangelo in un tempo scristianizzato. Il marito, ai vertici della federazione nazionale volo la asseconda anche se non può sempre seguirla nell’attività settimanale. Sono molteplici i percorsi di vita che hanno guidato gli ottomila partecipanti all’appuntamento promosso dal pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione ad un anno dalla sua istituzione.

 

Vescovi, religiose e religiosi, sacerdoti ma soprattutto laici, tanti laici. Giovani, famiglie, professionisti «testimoni non tanto di una dottrina ma di una persona, Gesù», come ricordava anche nel suo intervento Vittorio Messori, uno dei testimoni che dal palco ha raccontato il suo passaggio dall’agnosticismo e dall’indifferenza ad una fede convinta. «Per rievangelizzare l’Occidente non servono complesse dottrine – ribadisce lo scrittore-, occorre ricominciare dall’annuncio della resurrezione e scommettere ancora su Gesù». Questo Occidente scristianizzato ha interrogato la vita di suor Veronica Berzosa, fondatrice superiora di Iesu Communio che in Spagna vedendo un gruppo di giovani riversi in strada perché ubriachi o tossicodipendenti si è chiesta se Dio ci aveva creati solo per questo. Da quest’interrogativo pressante è partita la sua entusiasmante opera di evangelizzazione che in tutte le regioni spagnole raccoglie vocazioni e giovani disposti a donare la loro vita per il vangelo: sono ben 200 le novizie che hanno scelto la vita contemplativa. E’ un fiume in piena Veronica quando racconta della sua fede.

 

Una fede chiamata a fare però i conti con la ragione e sempre più con la scienza che nel nostro tempo è diventato tante volte l’unico metro di giudizio. Marco Bersanelli, astrofisico e studioso delle origini dell’universo testimonia proprio per i suoi studi che «la religione senza la scienza è cieca, ma è proprio la scienza a rivelare all’uomo la sua piccolezza e l’ordine nascosto delle cose che ti fa cogliere quanto in realtà Dio non sia distante». «La cosa più incomprensibile del cosmo – confessa lo scienziato – è che sia comprensibile da noi attraverso il linguaggio matematico. Se guardiamo all’immensità dell’universo noi siamo un granello, eppure possiamo capire l’ordine nascosto. Dio ci fa questo regalo».

 

La povertà e le ingiustizie sociali sono le altre sfide con cui il Vangelo oggi è chiamato ad interrogarsi. Mons. Fabio Suescun Mutis, vescovo della Colombia illustra il documento elaborato dai vescovi latino-americani nel 2006 al santuario dell’aparecida, proprio quando la teologia della liberazione interpellava in modo forte la Chiesa. «Vivevamo come chiesa tranquilla, concentrata su se stessa e che perdeva sempre più campo d’azione e di credibilità». Da qui il rilancio delle parrocchie e dei missionari laici con un metodo, una strategia e con una riscoperta della propria identità crisitiana.

 

L’annuncio del Vangelo, che il Pontificio consiglio presieduto da mons. Rino Fisichella si impegna a promuovere, si trova davanti vie impervie: un secolarismo dilagante, contestazioni diffuse, un timore diffuso di proclamarsi cristiani, una fede vissuta più nel nascondimento che alla luce del sole e i presenti ne sono ben consapevoli, ma non si sentono schiacciati né intimiditi. Mons. Fisichella nel suo saluto a Benedetto XVI ha specificato che «la nuova evangelizzazione è una vocazione che riguarda tutti e coinvolge ogni ambito della vita cristiana e ha poi voluto sottolineare la gioia dei nuovi evangelizzatori e il coraggio di venire allo scoperto, di essere annunciatori e testimoni». Le veglie e i momenti di animazione e di preghiera organizzati nella notte in diverse piazze della Capitale ne sono stati un segno visibile.

 

Per Benedetto XVI è stata una sorpresa incontrarsi con così tanti rappresentanti di parrocchie, movimenti, comunità cristiane impegnati nella nuova evangelizzazione in più di ottanta Paesi, sia europei che di altri continenti.  «I paesi di antica tradizione cristiana sono diventati ostili, – dice il papa descrivendo il nostro tempo – e le comunità incontrano ostilità e rifiuto. L’uomo contemporaneo poi è confuso e con tanti interrogativi che toccano il significato di sé». «Ma la parola di Dio cresce e si diffonde – continua Benedetto XVI , riprendendo il titolo dato all’appuntamento che celebra il primo anno di vita del pontificio consiglio e «ricorda che la sua diffusione non dipende solo dal fare, ma da Dio che sa trasformare la vita, che sa aprire i cuori e le menti anche in luoghi di persecuzione ed indifferenza». E richiama i presenti alla responsabilità e all’impegno dell’annuncio invitando a rispondere all’invito di Dio con generosità.

 

La nuova evangelizzazione rilanciata dai discorsi, dalle testimonianze e anche dagli artisti che si sono esibiti, tra questi Andrea Bocelli ha avuto un’appendice digitale. Perché se è vero che il Vangelo è arrivato agli ultimi confini della terra, c‘è un vasto continente in cui i cristiani non sono sufficientemente presenti: la Rete. Ed è puntando a questo mondo virtuale frequentatissimo dagli interrogativi sulla fede e su Dio che è nato Aleteia.org, un motore di ricerca dove è possibile trovare risposte adeguate e documentate su dubbi e domande. Una piattaforma che ospiterà testimonianze, video, articoli, inchieste, ma anche preghiere e tutti in qualche modo possono diventarne membri e moderatori: la sfida di evangelizzare anche il continente digitale è tutta da giocare.

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