Uno Strega sottotono?

Assegnato il premio letterario a Francesco Piccolo, che batte di pochi voti Antonio Scurati. Con una eccezione, solo grandi editori nella corsa al riconoscimento. A parte la spinta promozionale alle vendite, comunque, non è chiaro quanto questi premi siano ancora un incentivo alla lettura di qualità
Francesco Piccolo

Pure il Premio Strega 2014 è stato archiviato. Ieri sera si è svolta la solita cerimonia mondana nel Ninfeo di Villa Giulia, a Roma, con la conta dei voti assegnati dalla Giuria ai vari candidati e la proclamazione del vincitore. Il più votato è stato Francesco Piccolo, che ha vinto l’edizione di quest’anno con Il desiderio di essere come tutti (Einaudi), un romanzo in parte autobiografico sulla vita e il lavoro di uno scrittore nell’Italia di oggi.

Al secondo posto, per pochissimi voti, si è piazzato Antonio Scurati con Il padre infedele (Bompiani), una storia incentrata sul rapporto genitori-figli, con lo sfondo di una generazione a cui, come dice il padre del protagonista, «hanno gettato un osso già spolpato». Gli altri tre finalisti, risultati rispettivamente al 3°, 4° e 5° posto, sono stati Francesco Pecoraro con La vita in tempo di pace (Ponte delle Grazie), Giuseppe Catozzella con Non dirmi che hai paura (Feltrinelli) e Antonella Cilento, unica donna della rituale cinquina, con Lisario o il piacere infinito delle donne (Mondadori).

Come sempre, tranne una sola eccezione, soltanto grandi editori a correre per il premio italiano più ambito dalla categoria. È comprensibile. D’estate si vendono più libri (o almeno si spera) perché la gente in vacanza legge di più (almeno si spera). Sarà.

Quanto al valore letterario, dei titoli e degli scrittori concorrenti, posso fare un augurio: sarebbe bello che lo Strega 2014 lasciasse nelle patrie lettere la stessa impronta dell’edizione 1959, vinta dal Gattopardo di Tomasi di Lampedusa. Ma la vedo dura. Chi si ricorda per esempio la cinquina del 2013, compreso il vincitore?

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