Per un’agenda comune su migranti e diritti umani

Tracce e spunti da un laboratorio parlamentare promosso, presso la  Camera dei deputati dal Movimento politico per l’unità, nel pieno del dibattito e delle tensioni in tema di politica delle migrazioni
Un'immagine di migranti in via Scorticabove dove alloggiavano un gruppo di rifugiati, a Roma, che hanno subito uno sgombero.

Deputati e senatori di maggioranza e di opposizione, Salvatore Brullo ed Ilaria Pedrini per la rete immigrazione del Movimento dei Focolari, Antonio Russo delle ACLI, Andrea Michieli dell’Azione Cattolica, Andrea Iacomini di Unicef, hanno avviato, mercoledì 11 luglio, un dialogo trasversale tra gruppi parlamentari e società civile presso la bella “sala del Cenacolo” della Camera dei Deputati. L’ascolto reciproco e la condivisione tra punti di vista molto diversi sono per il Movimento politico per l’unità strumenti essenziali per un fattivo contributo al bene comune.

La grande questione dei migranti, rifugiati e richiedenti asilo, ha ricordato Carlo Cefaloni di Città Nuova che ha coordinato i lavori, è al centro del confronto politico mondiale e chiama in causa le radici della convivenza. La complessità della materia non costituisce una ragione per restare indifferenti, ma ci chiama a costruire spazi di reale dialogo tra posizioni diverse che accettano di misurarsi sui fondamenti della nostra Costituzione repubblicana e della Dichiarazione universale dei diritti umani. Come base di partenza del dialogo è stato proposto il documento per una nuova agenda delle migrazioni elaborato da alcune associazioni cristiane prima del recente voto del 4 marzo.

Sono stati richiamati gli appelli di papa Francesco (“Accogliere, Proteggere, Promuovere, Integrare”) e 7 punti specifici per una agenda politica: riforma della legge sulla cittadinanza per integrare quasi un milione di bambini nati in Italia da genitori immigrati che vivono qui regolarmente, nuove modalità d’ingresso legale,  regolarizzazione su base individuale degli stranieri “radicati”, abrogazione del reato di clandestinità, ampliamento della rete Sprar nei piccoli comuni superando i Centri di accoglienza straordinari, come sta avvenendo, ad esempio, a Benevento, grazie alla Caritas locale secondo un modello apprezzato dall’Anci (Associazione nazionale dei comuni italiani). C’è bisogno, infatti, di valorizzare e promuovere progetti innovativi e diffondere buone pratiche di fare rete per l’integrazione oltre l’accoglienza, per citare il progetto avviato dall’Amu (Azione per un mondo unito). In tal senso, secondo Michieli, del centro studi dell’Azione cattolica, occorre promuovere l’elettorato attivo e passivo a livello locale a favore di stranieri titolari del permesso di soggiorno di lungo periodo.

Alcune idee innovative sono emerse nel dibattito come traccia da seguire anche con i rappresentanti della Lega e del centro destra che, seppur invitati, non sono intervenuti a questa prima sessione del laboratorio. Russo, delle Acli, ha invocato una riforma organica dell’immigrazione, come anche il deputato Stefano Lepri del Pd, riaprendo il dialogo sullo ius soli e reintroducendo i permessi temporanei per motivi di lavoro, quote e sponsor per combattere scafisti e mafie. Il senatore Steni Di Piazza del M5S, come anche la deputata Rosa Maria De Giorgi del Pd, hanno convenuto che occorre trovare maggioranze trasversali su questi fenomeni epocali nonostante le forti differenze tra forze politiche. Sulla stessa lunghezza d’onda gli interventi dei deputati dem Davide Gariglio e Roger De Menech.

L’Unione europea deve assumersi tutte le sue responsabilità non lasciando sola l’Italia che ha enormi problemi di lavoro per i suoi giovani e di povertà assoluta e relativa. Tenendo ferme queste priorità, Stefano Fassina, deputato di Leu, ha invitato a calarsi nella realtà dei territori prima di arrivare a fare accuse di razzismo. Esistono alcune periferie, come a Tor Sapienza di Roma, dove c’è un addensamento di immigrati e campi per rom, posti accanto ad abitazioni popolari, che amplificano la percezione del disagio. Occorre intervenire con una migliore distribuzione e integrazione sul territorio tramite risorse da trovare assieme nell’imminente legge di bilancio con attenzione alle zone a rischio delle periferie. Questo potrebbe essere il tema del secondo incontro tematico del laboratorio promosso dal Mppu.

Il senatore Rino Marinello del M5S ha sottolineato l’importanza di reali aiuti allo sviluppo in Africa. Questa è la vera prevenzione di una immigrazione di queste proporzioni e con rischio di morte nel Mediterraneo. Buone prassi possibili sono emerse nelle esperienze di Dino Ambrosino, sindaco di Procida, attento alla peculiarità della piccola isola comunque disposta a integrare un certo numero di migranti; di Edgardo Olimpo di Città per la fraternità che ha sottolineato l’importanza della testimonianza diretta anche aderendo al digiuno per una politica di accoglienza promosso da alcuni religiosi davanti alla Camera; di Marina Morelli, impegnata come neuropsichiatra in progetti di accoglienza a Siracusa e di Scariot Eleia, suora scalabriniana arrivata dal Brasile per aprire a Roma un centro di accoglienza per donne vittime della tratta. Il laboratorio continua.

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