Una vittoria per ricordare Simona

Due anni fa moriva, per un'infezione fulminante, la giovanissima promessa del salto con gli sci Senoner. In sua memoria un rinnovato impegno degli atleti azzurri
Evelyn Insam

Sono passati due anni da quel maledetto 6 gennaio 2011, quando una fulminante infezione virale si portò via Simona Senoner, giovanissima (17 anni) promessa del salto con gli sci. L’atleta bolzanina si trovava in un hotel di Schonach, in Germania, quando svenne sotto la doccia e non riprese più conoscenza: uno shock per la Federazione italiana sport invernali e, soprattutto, per le compagne di squadra di Simona, con lei in ritiro nella località tedesca. Fra queste c’erano anche Elena Runggaldier, Evelyn Insam e Roberta D’Agostina, nell’ultimo fine settimana impegnate (insieme all’altra azzurra Manuela Malsiner) proprio a Schonach, sede della quarta tappa di Coppa del Mondo.

Impossibile dimenticare quei luoghi che – da trampolino di lancio per bellissimi sogni iridati – si trasformarono in oggetto di ricordi cupi, neri come la Foresta tutt’intorno. Le azzurre, però, hanno voluto onorare la memoria della loro compagna di squadra come meglio non si sarebbe potuto: Elena Runggaldier con un «Sempre con noi» scritto sul guanto e mostrato alle televisioni di tutto il mondo; Evelyn Insam (nella foto), 18 anni e un grande talento, con un meraviglioso secondo posto, primo podio individuale in carriera dopo la terza piazza ottenuta – lo scorso 23 novembre – nella prova a squadre mista (due uomini e due donne) di Lillehammer (Norvegia). A due anni di distanza, la Foresta non è poi cosi Nera.

Da Schonach a Königsee, 500 chilometri l’una dall’altra, il passo è più breve di quanto si possa pensare. Dalla Foresta Nera alla Baviera, per celebrare l’impresa di un altro giovane altoatesino, cresciuto nel mito del “Cannibale” dello slittino. Stiamo parlando di Dominik Fischnaller, che nel dicembre ’92 – quando il quasi 19enne Armin Zöggeler conquistava il primo dei suoi 112 podi in Coppa del Mondo – non era ancora nato. Cresciuto in una famiglia di slittinisti (suo fratello Hans Peter è un doppista di buon livello, suo cugino Kevin è singolista come lui), il carabiniere di Bressanone non sta minimamente subendo la pressione di essere considerato l’erede del “Cannibale” e domenica – sul budello bavarese (vera e propria università di questa disciplina) – ha conquistato il suo primo podio nel circuito maggiore a livello individuale dopo quello a squadre ottenuto un anno fa sempre a Königsee. L’età è dalla parte di Dominik, prossimo a compiere 20 anni: se i numeri di Zöggeler appaiono inarrivabili, resta la certezza di aver trovato un nuovo campione in tuta azzurra. E scusate se è poco.

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