Una vita vissuta sul filo di lana

Così il maestro del colore, questo grande stilista italiano, definiva la sua esistenza. Una storia che vale la pena conoscere
Sfilata Missoni

Maestro del colore, maestro di stile, conosciuto da tutti come Tai Missoni, è stato l’uomo che ha rivoluzionato la moda italiana e non solo, che ha osato portando nuove fantasie e colori sulle passerelle, che ha catturato il mondo con i suoi filati. Novantadue anni compiuti lo scorso 11 febbraio, novantadue anni pieni, Ottavio Missoni di esperienze, belle e tristi, ha riempito la sua vita, fino alla morte che lo ha portato via il 9 maggio.

Nasce nel 1921 a Ragusa, in Croazia, ma molto piccolo, all’età di sei anni, si trasferisce a Zara. Qui inizia la sua carriera di atleta, dedicandosi inizialmente ai 400 metri piani per poi passare ai 400 metri ostacoli e vincere ben otto titoli nazionali. Ha vissuto da militare il secondo conflitto mondiale, rimanendo anche prigioniero in Egitto.

L’incontro che cambierà per sempre la storia della moda avviene a Londra: lì Ottavio Missoni incontra Rosita Jelmini, la donna che diventerà poi sua moglie. Insieme, aprono un primo piccolo laboratorio tessile a Gallarate, ma da quel momento in poi la sua vita cambia radicalmente. Nel 1950, fonda la casa di moda italiana, negli anni Settanta il suo successo è ormai mondiale. Lo rende famoso uno scandalo, nel 1967, a palazzo Pitti, le sue modelle sfilano senza biancheria intima e sotto le luci i corpi appaiono nudi al pubblico.

Missoni è stato uno spirito libero, grazie al quale è riuscito ad introdurre innovazione e spettacol; un artigiano, che dal nulla crea qualcosa di geniale e unico; un artista del colore, che per la prima volta ha accostato sfumature che nessuno prima aveva osato avvicinare. Righe, linee geometriche, disegni astratti, le sue fantasie a zig zag hanno conquistato il mercato della moda. Il suo stile è quello del “put together”, accostare cioè colori e sfumature, fino a formare un vero e proprio caleidoscopio di fantasie. E i colori che sceglie non sono casuali, ma nascono dalla sua vita.

Nella biografia scriverà: «dalla Dalmazia e da Ragusa ho portato con me i blu, che profumano d’oltremare, e i rossi aranciati dei tramonti sull’Adriatico; i gialli caldi screziati d’ocra e marrone parlano di rocce e sabbie, lambite, rimescolate ed erose dalle onde. Non possono mancare i neri, che amalgamano. E poi il viola, mio colore prediletto, in tutte le sue sfumature. Se si guarda bene c’è sempre, anche se non appare a prima vista».

La sua moda è stata continua ricerca ed esplorazione, genialità e duro lavoro, eleganza e semplicità. I suoi lavori, opere d’arte, più volte sono stati esposti nei più importanti musei. Uno stile inconfondibile il suo, l’intreccio del semplice filato, l’accostamento apparentemente casuale di diversi colori, ha dato la possibilità a Ottavio Missoni di entrare nella storia della moda. Una vita di successi che però non l’hanno mai allontanato dalla famiglia. Accanto a lui ha tenuto sempre sua moglie e i suoi tre figli, Angela, Luca e Vittorio. Proprio quest’ultimo, il 4 gennaio scorso, è scomparso insieme alla moglie Maurizia, mentre viaggiavano su un aereo nei cieli tra Los Roques e Caracas. Da allora, sono stati quattro mesi trascorsi nel dolore e nella speranza.

La tenacia di tutta la famiglia ha fatto sì che le ricerche continuassero incessantemente. Mai un attimo di rassegnazione, una famiglia forte e unita soprattutto nel momento più difficile. Ma la tragedia ha certamente colpito il cuore anche di uno sportivo come lui, nel giro di quattro mesi le sue condizioni fisiche si sono aggravate e il suo cuore non ha retto. Se ne va, Ottavio Missoni, in maniera elegante e discreta, proprio come lo descrivono le persone che gli sono sempre state vicine. Se ne va, ma non lascia un vuoto, rimane la sua vita vissuta sul filo di lana, come lui stesso la definisce, rimangono le sue fantasie e i suoi colori, parti integranti del suo Dna.

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