Una Via crucis per il lavoratore

La pratica cristiana tipica della Quaresima si interroga sul mondo del lavoro: le politiche ingiuste, gli incidenti, la dignità cancellata dal capitale
Lavoratori

Da alcuni anni l’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro dell’arcidiocesi di Catania promuove in Quaresima la Via crucis del lavoratore. Il titolo quest’anno ha avuto una particolare risonanza: l’abbinamento tra la Via crucis di Gesù e la Via crucis del lavoratore calza perfettamente con la storia di ciascuno.
 
Assolutamente inedite le brevi riflessioni proposte per le quattordici stazioni, scritte personalmente da don Piero Sapienza, direttore dell’Ufficio diocesano e attento conoscitore della dottrina sociale della Chiesa, ma anche dei problemi del mondo del lavoro: Pilato che si lava le mani ha portato a riflettere sul disinteresse per la disoccupazione; la prima caduta di Gesù ha richiamato gli incidenti sul lavoro; l’incontro con Maria ha ricondotto alla condizione della donna lavoratrice; la stazione su Gesù spogliato delle vesti ha indotto a riflettere «sul lavoratore spogliato della sua dignità, ovvero la negazione del primato dell’uomo sul lavoro e sul capitale». E ancora: «La crocifissione, ossia l’inefficienza per la povertà di saperi», «Gesù è deposto dalla croce, ossia il peccato dell’uomo e le strutture socio-politiche ingiuste».
 
 
La Via crucis è stata preceduta dall’incontro annuale dell’arcivescovo monsignor Salvatore Gristina con il mondo del lavoro. Il tema che ha voluto offrire è stato “L’Economia di Comunione, una sfida per la crisi attuale”. Irene Giordano, Giuseppe Pintus – consulenti del lavoro – e Aldo Schilirò, imprenditore, tutti fortemente impegnati in Sicilia nel progetto per un’Economia di Comunione, hanno tratteggiato i profili storici, culturali e applicativi dell’Economia di Comunione, attirando l’attenzione del folto uditorio attorno alle intuizioni di Chiara Lubich e alla sua esperienza spirituale e sociale sin dai primissimi anni di vita del movimento dei focolari a Trento.
 
L’incontro è stato inserito tra i diversi appuntamenti che dovrebbero sfociare nella ripresa della scuola diocesana di formazione socio-politica. L’arcivescovo ha sottolineato in particolare che l’approfondimento di temi come quello di quest’anno dà modo di creare vincoli di comunione per intensificare l’impegno, «oggi acuto e necessario, ma che non ha la pretesa di essere una bacchetta magica», per prendersi a cuore la vita quotidiana del prossimo, soprattutto le famiglie, i pensionati e i giovani. «I grandi discorsi che facciamo generosamente anche sulla crisi – ha concluso monsignor Gristina – hanno una ricaduta molto concreta sulla vita quotidiana, nella realtà di ogni persona. Ed è la forza del Signore risorto che ci proietta nella realtà e sostiene il nostro impegno». 

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