Una scuola a colori

Rainbow school è il progetto adottato da alcuni istituti in Sicilia e Calabria. Ne è nato un manuale di buone pratiche che garantisce il funzionamento dei servizi e la soddisfazione degli studenti.   
Salvatore Impellizzeri

Se la scuola deve essere un’azienda efficiente, allora facciamo in modo che assomigli ad un’azienda solidale. E’ questa l’idea di Salvatore Impellizzeri, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Gabriele D’Annunzio di Catania. L’efficienza per lui non si misura solo in termini di economia e produttività, ma su un livello di qualità che valuti le buone pratiche e valorizzi la persona sia essa docente, tecnico o allievo. Da qui l’idea di un manuale ispirato ai colori dell’arcobaleno in cui le buone pratiche si esportino in tutti gli aspetti e gli ambienti di una scuola. Rainbow school, scuola arcobaleno è il progetto che Salvatore Impellizzeri porta avanti da due anni con altri insegnanti e dirigenti scolastici siciliani e calabri che hanno voluto scommettersi in questo investimento di “persone per la persona”.

 

Sfogliamo questo manuale di buone pratiche e tra le prime pagine ci imbattiamo sulla gestione economica, centrale per il funzionamento dell’istituto e nelle direttive ministeriali.

« In questo ambito non abbiamo voluto parlare solo di bilancio, costi, compensi, ma abbiamo puntato anche al rapporto con il personale – spiega Impellizzeri. Oltre a valorizzarne le capacità, ho puntato a corsi di formazione continua, ho trovato compensi accessori per i miei collaboratori e ho visto che la motivazione è cresciuta e lo stesso per l’impegno».

 

Impellizzeri ha puntato ad una gestione condivisa e quindi anche la scelta del colore delle pareti o dell’arredamento di un ambiente viene scelta insieme, anche se a lui spetta l’ultima parola. La partecipazione ad obiettivi comuni ha indubbiamente migliorato la vita dell’intera comunità scolastica.

 

Interessante poi è stato studiare l’applicazione di energie alternative anche nella scuola e optare per l’impianto fotovoltaico. Il riferimento è alle pagine verdi del manuale che insistono sulla qualità dell’ambiente, sulla sicurezza e la salute, e sull’ecologia. La raccolta differenziata è pratica acquisita da studenti e personale, ma non solo questa. «Intrecciando i colori della scuola vediamo che ogni aspetto è concatenato all’altro – specifica il dirigente. Un esempio? «Ho proposto l’adozione di mailing-list non solo tra il personale, ma anche con i genitori. Quest’azione andrebbe catalogata con il violetto che è proprio quell’aspetto specifico della comunicazione. Ma ho visto subito che si intreccia al rosso, perché si risparmia la carta evitando di stampare migliaia di comunicazioni e gli effetti ricadono sul verde, perché così contribuiamo a non tagliare alberi». Oppure l’uso di skype tra i vari plessi: «Ottima comunicazione e risparmio sulla bolletta».

 

«Questo manuale – continua – è un codice etico, una specie di carta dei valori in grado di tradurre a livello gestionale i valori fondanti dell’istruzione, della scuola e della convivenza civile».

 

Tutto facile? «Ho incontrato sacche di resistenza, perché chi si era costruito il suo angolino protetto e qualche volta imboscato è dovuto uscir fuori e questo ha comportato qualche discussione, un po’ di ostruzionismo, ma vedendo la soddisfazione di colleghi, la stima dei genitori, alla fine anche i più restii hanno dovuto cedere».

 

Altro nodo critico però è la conferma del suo incarico. Salvo Impillizzeri è infatti uno dei presidi vincitori del concorso del 2004, annullato per errori di procedura nella selezione e che lascia nel limbo dell’incertezza migliaia di colleghi che continuano a lavorare senza sapere se rimarranno e che in questi anni hanno investito sugli istituti che hanno diretto. Impellizzeri comunque continua a colorare la sua scuola e a non sprecare idee e forze per i suoi alunni, all’insegna di un’altra economia che decisamente “non si risparmia”.

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