Una scelta possibile

Una conferenza con Pasquale Ferrara, organizzata dai Giovani per un mondo unito di Sassari, aggiunge un tassello alla campagna Arms Down. Per dire che il diasrmo nucleare non è utopia.
conferenza arms down sassari

Un centinaio di persone ha partecipato nell’aula magna dell’Università di Sassari alla conferenza Disinventare l’arma nucleare? Una scelta possibile per la comunità internazionale, iniziativa dei Giovani per un mondo unito della città. L’appuntamento è parte della campagna per il disarmo Arms Down, che i ragazzi erano stati invitati sostenere in occasione del Meeting di Castelgandolfo dello scorso febbraio, concretizzata in diverse attività: dalla raccolta di firme ad una performance artistica, fino ad un flash mob messo in scena qualche giorno prima che ha sorpreso i passanti del centralissimo Emiciclo Garibaldi.

 

Ospite della conferenza Pasquale Ferrara, capo dell’Unità di analisi e progettazione del ministero degli Esteri, che ha trattato gli aspetti tecnici, giuridici e etico-politici del tema partendo dal Trattato di non proliferazione del 1970, la cui ratifica impedisce a quanti lo sottoscrivono di ampliare il proprio arsenale nucleare e li impegna a contribuire al disarmo mondiale. Viceversa nulla può fare verso i Paesi che non sottoscrivono l’accordo ma sono in possesso dell’arma nucleare, come India, Pakistan, Iran, e Corea del Nord (da poco uscita dal Trattato). «Il problema – ha affermato Ferrara – è che il Trattato non è universale mentre l’obiettivo è proprio il disarmo globale. In cantiere c’era un secondo trattato, mai stipulato, che prevedeva l’azione degli Stati che avevano aderito al primo accordo per convincere gli altri al disarmo, ma la cosa non è mai andata in porto».

 

L’attenzione poi si è diretta, anche attraverso le domande e risposte fatte da alcuni dei presenti, su altre armi di distruzione di massa – come quelle batteriologiche e chimiche – ma anche AIDS, fame, malattie: mezzi attraverso i quali vengono colpite tante persone, proprio come le armi nucleari.

 

«È possibile disinventare l’arma?» si è chiesto Ferrara. «Si può dal punto di vista politico, dato che concretamente non si può disinventare ciò che è già stato inventato. Sembra utopia ma abbiamo un esempio recente importante, le mine antiuomo: dopo la campagna di abolizione partita dal Canada, ora esiste un trattato. Nessuno però si disarmerà mai del tutto se non si sente sicuro: la vera arma tra i popoli è la paura, quindi – ha concluso Ferrara – la premessa al disarmo globale è la costruzione di un clima di reciproca fiducia tra gli Stati».

 

La moderatrice, prof. Adriana Cosseddu, ha concluso la conferenza affermando come «il rispetto dei diritti, la cooperazione economica, lo sviluppo sociale, la pace e la sicurezza condivisa siano valori importanti. Il mondo unito è possibile con il disarmo quotidiano, riconoscendo nella diversità dell’altro il proprio volto».

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