Una nuova chance per Lalo

Alcuni giovani raccontano come e perché vivere la fraternità nella quotidianità. Ricardoè andato nelle strade di Santiago del Cile
Lalo

Il Cile con le sue bellezze, le sue risorse naturalistiche e un’inclusione sociale tanto problematica da essere il secondo Paese al mondo che vanta questo triste primato. Stessa sorte tocca ai milioni di giovani: la differente estrazione sociale e l’impiego in diversi ambiti della società, spesso li rende così distanti fra loro. Questo dato non ha fermato però un gruppo di giovani che nella capitale cilena, per quattro anni, ogni ultimo venerdì del mese hanno cominciato «a percorrere le strade della città – racconta Ricardo – in cerca dei più poveri e bisognosi, i barboni e i senzatetto» offrendo panini e caffè a tanti amici di strada.

Eppure questa non era la fraternità che volevano costruire, a tutto questo mancava la possibilità di condividere la quotidianità. In accordo con altri giovani decidono di andare ad abitare con loro.

«Con i pochi soldi che avevamo – prosegue Ricardo –, abbiamo affittato un appartamento molto umile, con due camere, un bagno e un salotto, per poter stabilire un rapporto d’amicizia semplice con i nostri amici di strada».

Tra i loro nuovi amici c’è Lalo, un ragazzo con seri problemi di alcool e droga.

Una sera torna a casa con al braccio una ferita da coltello. In ospedale non aveva ricevuto le cure necessarie, e i cinque ragazzi decidono di andare con lui. Ma per curarsi è previsto un digiuno obbligatorio di 48 ore, ovviamente anche dall’alcool,  e per Lalo è un ostacolo che però si fa possibile perché con lui ci sono i ragazzi che vogliono ospitarlo a casa. «Da allora Lalo è diventato parte della nostra ‘famiglia’. Ci visita quasi tutti i giorni, e condivide con noi le sue amicizie e la sua vita». La sua vita cambia: «È uno di noi: ama, serve, lava, cucina, come facciamo tutti». Un giorno Lalo gli confida: «La gente pensa che io sia uno di voi».

Ad oggi Lalo è ‘guarito’ e si è sottoposto ad un trattamento di disintossicazione dalla droga e dall’alcool. «È questa la fraternità vissuta con tanti giovani – conclude Ricardo –, che ci dà la forza di vivere giorno per giorno le sfide che abbiamo davanti a noi. I problemi sono molti, però le gioie, ve l’assicuro, sono molte di più».

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