Una famiglia distrutta sotto le bombe

Un ultimo squarcio di umanità da Aleppo, ancora Jean e la sua sete di solidarietà, così come l’abbiamo raccolta dalla sua viva voce.

Tanta gente attorno a noi ha perso delle persone care, alcune sono diventate disabili a causa dei bombardamenti che i ribelli armati lanciano “ a caso” sui quartieri dove abitiamo. Ricordo una persona, sposata con due figli, lavorava come autista nel nostro Centro dei sordomuti, due mesi fa è stata colpita con la moglie e la figlia da un mortaio mentre camminavano per strada. La moglie e la figlia sono morte sul colpo, lui è stato portato in ospedale in uno stato molto grave. Quando l’ho saputo, ho parlato della sua situazione economica molto difficile ad un sacerdote e siamo riusciti ad avere un aiuto dal vescovo, che ha pagato tutte le spese dei funerali della moglie e della figlia.

Quando l’abbiamo poi visitato in ospedale, uno dei medici ci ha fatto sapere che il suo stato era grave e delicato. Sono entrato con il sacerdote nella sua stanza e lì abbiamo pregato in piedi davanti al suo letto. Abbiamo poi cominciato a cercare e trovare l’ingente somma per l’intervento e anche in quel caso la Provvidenza è intervenuta con generosità, l’ospedale ha diminuito i costi e alcuni medici non hanno preteso soldi per la loro prestazione. E’addirittura arrivata una somma più cospicua di quella che serviva per l’intervento sicché abbiamo avuto un avanzo per le successive operazioni necessarie per proseguire nella cura.

L’autista che lavora con noi in chiesa è un musulmano e abita in una zona molto pericolosa. Un giorno mi ha chiama chiedendomi se potevo trovargli un’altra casa, perché ha tre figlie ed è preoccupato per la loro sicurezza, giacché i ribelli armati sono entrati nel quartiere dove abita. Dopo tanti contatti, sono riuscito a trovare un’ altra abitazione per loro. Dopo aver traslocato nella casa nuova mi ha chiesto una bombola di gas e sono riuscito a trovargliela. Quando mi ha telefonato mi ha detto: «Io ti chiedo questi aiuti perché sei mio fratello, lo sei?». Gli ho risposto: «Certo, siamo fratelli».

Nonostante la morte che ci circonda e che vediamo e viviamo, sento che sto camminando nella volontà di Dio e lui sceglie, per me e per la mia famiglia, il meglio. Senza il sostegno della mia famiglia non sarei potuto arrivare alla pace e alla tranquillità che sperimento. È l’amore che costruisce e sono adesso convinto pienamente che, di fronte ad ogni porta che si chiude davanti a me, Egli me ne aprirà di nuove.

Jean – Aleppo

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