Una Carta di Roma per la famiglia

Sulla scia di quella di Treviso a tutela dei minori, anche la capitale vuole firmare un protocollo di salvaguardia e tutela del nucleo familiare  
Marsilio
A margine di un convegno su Famiglia e Mass Media, l’Assessore alle politiche educative, scolastiche e della famiglia di Roma Capitale (il recente nuovo titolo del comune di Roma), Laura Marsilio, ha lanciato un’idea, una provocazione. L’abbiamo sentita a proposito.

 

Qual è il suo pensiero sulla situazione dei mass media oggi rispetto alla famiglia?

«Per tantissimo tempo il circuito educativo è sempre transitato per il binomio Famiglia-Scuola. Oggi assistiamo invece ad una sorta di dicotomia tra famiglia e mass media  E se all’inizio bisognava fare i conti solo con la Tv, oggi i cosiddetti new media sono tanti ed è difficilissimo per le famiglie poter comprendere, accompagnare e decodificare tutti questi strumenti tecnologici che, senz’altro hanno tanti aspetti positivi.

Sicuramente questo è un argomento che necessita di tanto approfondimento e sicuramente è necessario che le varie Agenzie Educative e gli Organismi preposti, tra cui anche noi come Comune, facciano di più per dare strumenti interpretativi e gestionali per l’uso responsabile ed educativo di questi mezzi».

 

Ma c’è qualcosa di specifico che la preoccupa?

«I mass media sono responsabili di offrire un modello quasi sempre solo negativo della famiglia che di fatto incrementa una politica di pessimismo e di ripiegamento, già abbondantemente presente in noi stessi e nella società. E non pensiamo solo a certe trasmissioni, ma basta soffermarci solo ai telegiornali che vediamo ogni sera. Non fanno che offrirci immagini di persone, di famiglie che si cimentano in ogni forma di violenza. Qualcuno obietterà che c’è il diritto di cronaca e che il male va combattuto anche mettendolo in luce e non nascondendolo: ma, portandolo quotidianamente dinanzi agli occhi, lo enfatizziamo, creando un modello che rimane stampato nelle nostre menti rischiamo di avere anche un fenomeno di assuefazione se non, come è già più volte successo, di emulazione. Inoltre si ingenera anche un altro fenomeno: con questi modelli solo negativi, siamo sempre più guardinghi verso tutti senza quella speranza che le relazioni sociali positive fanno bene ed educano».

 

Hai idee in proposito?

« E’ necessario un’informazione, soprattutto giornalistica seria, mirata non alla spettacolarizzazione dei problemi, ma semmai a portarlo di fronte alle persone con linguaggio più sobrio che tenga conto dell’età, della sensibilità e della cultura della gente che guarda senza nessun tipo di filtro.

Oltre agli aspetti educativi vi sono anche quelli di opportunità: la tv sembra essere destinata a cadere sempre più sotto i colpi della Rete, di Internet: e se non creiamo un modello di televisione più a misura di persona, c’è il serio rischio che la gente finisca col rifugiarsi solo nel mondo virtuale di Internet, con altri problemi che tutti ben conosciamo, pur sapendo che la rete è uno strumento tecnologico bellissimo, se ben utilizzato».

 

Quindi il pubblico sembra preferire il torbido?

Non credo. Che la gente ami storie positive, storie di impegno, di altruismo, ecc. lo dimostrano gli ascolti di molti programmi, molte fiction che danno messaggi di questo tipo.

  

Qual è vuole essere il suo impegno a proposito?

Sarebbero tante le cose da fare, ma innanzitutto voglio impegnarmi nell’ambito della mia delega assessorile, con gli altri colleghi, nell’ambito di Roma Città Famiglia, importante Progetto varato dal Comune di Roma per sviluppare azioni ed interventi che mettano al centro dell’impegno amministrativo la famiglia, di dare modo alle famiglie di poter avere formazione ed informazione per l’uso positivo dei Media e per essere fruitori critici e portatori di valori.

 

Abbiamo poi sentito che lei avrebbe in cuore un’idea particolare…

Si un’idea, forse una provocazione. Come esiste la Carta di Treviso, il protocollo firmato il 5 ottobre 1990 con l’intento di disciplinare i rapporti tra informazione e infanzia per difendere l’identità, la personalità e i diritti dei minorenni, vittime o colpevoli di reati, o comunque coinvolti in situazioni che potrebbero comprometterne l’armonioso sviluppo psichico, io propongo una Carta di Roma nella quale siano messi in evidenza aspetti di tutela e – specialmente – di valorizzazione della famiglia che è il primo segmento della sussisiarietà orizzontale. In questa Carta mi augurerei che ci sia anche una regolamentazione, in modo serio, per un uso dei media che eviti di entrare in maniera così massiva e svilente nelle case dove avvengono tragedie familiari, in modo che non avvenga più un’informazione “violenta“ e “violante” come è successo a Cogne prima, e ad Avetrana ora. A breve è prevista la 2° Conferenza Nazionale della Famiglia, a Milano, a cui parteciperò e avrò modo di ribadire questa proposta.

 

Attilio Menos

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