Un volo a zero emissioni

Il primo volo dell’aereo elettrico compatto, silenzioso, ecologico e senza motore. Lo hanno annunciato i ricercatori del Mit

In un documento pubblicato la scorsa settimana sulla rivista Nature, i ricercatori del Mit (Massachusetts Institute of Technology) hanno annunciato il primo volo del miniaereo elettrico ed ecologico. È un modello compatto e assolutamente silenzioso, non ha parti mobili, come motori o turbine, e non utilizza combustibili fossili.

Questo velivolo sperimentale pesa poco più di 2,45 chilogrammi e per muoversi ha usato direttamente l’elettricità.

In pratica per far muovere questo miniaereo si applicano campi elettrici a particelle cariche, come gli elettroni, per farle accelerare e generare così un flusso di ioni, che a sua volta produce la spinta che ha permesso al miniaereo di spiccare il volo. I ricercatori americani hanno quindi costruito questo modellino con 5 metri di apertura alare e sono riusciti a farlo volare per 60 metri in un ambiente coperto, alzandosi da terra di circa mezzo metro.

«Sono riusciti a dimostrare la fattibilità tecnica di una propulsione innovativa, è questo l’aspetto più importante della ricerca – afferma Paolo Gaudenzi, direttore del dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale della Sapienza di Roma, intervistato dall’Ansa –. In ambito spaziale, cioè al di fuori dell’atmosfera, si sfrutta già con successo questo principio. In questo caso, però, è stato applicato in maniera un po’ diversa: gli ioni vengono accoppiati ad altre particelle dell’atmosfera, assenti nello spazio, per generare la propulsione».
Lo studio del Mit potrebbe aprire nuovi scenari per il trasporto aereo a zero emissioni, bisognerà però solo capire se si può applicare a velivoli di dimensioni più grandi o ad esempio se può essere utilizzato in settori come il trasporto merci per piccoli spostamenti (ad esempio i corrieri nelle città).

«Ci sono ancora molti problemi tecnici da superare e il salto a una nuova generazione di aerei commerciali per ora è prematuro – conclude Paolo Gaudenzi –. In ogni caso si tratta di un importante miglioramento per quanto riguarda i metodi di propulsione e le innovazioni in questo campo sono sempre ben accolte in ambito aerospaziale».

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