Un nuovo partenariato tra Europa e Africa

Il sesto vertice tra Unione europea e Unione africana ha riunito a Bruxelles i leader delle due unioni e degli Stati membri.
Unione Europea e Unione Africana (Olivier Hoslet, Pool Photo via AP)

Il 6° vertice tra Unione europea (Ue) e Unione africana (Ua), previsto per il 2020 ma rinviato a causa della pandemia di COVID-19, ha rappresentato un’opportunità per gettare le basi di un partenariato UA-UE rinnovato e approfondito, al massimo livello di coinvolgimento politico e basato sulla fiducia e su una chiara comprensione degli interessi reciproci. I vertici Ue-Ue si svolgono normalmente ogni tre anni, alternatamente in Africa ed Europa.

I leader dei due blocchi (i 27 capi di Stato e di governo europei e 40 capi di Stato e di governo africani e altri 11 alti ministri) hanno discusso di un’ampia gamma di temi, quali il finanziamento per una crescita sostenibile e inclusiva; cambiamenti climatici e transizione energetica, digitale e trasporti, connettività e infrastrutture; pace, sicurezza e governance; sostegno al settore privato e integrazione economica; istruzione, cultura e formazione professionale, migrazione e mobilità; agricoltura e sviluppo sostenibile; rafforzamento dei sistemi sanitari e promozione della produzione locale di vaccini. I colloqui hanno riguardato anche strumenti e soluzioni per promuovere la stabilità e la sicurezza attraverso una rinnovata architettura di pace e sicurezza.

La volontà dell’Ue di orientarsi verso l’Africa è stata negativamente influenzata dalla pandemia e dalla maldestra elargizione dei vaccini. La questione geopolitica di fondo è quella di contrastare l’influenza cinese in Africa, promettendo finanziamenti fino a 150 miliardi di euro tramite l’iniziativa Global Gateway, al fine di aumentare gli investimenti nelle infrastrutture, nell’assistenza sanitaria e nell’istruzione, tenendo conto delle sfide globali, quali i cambiamenti climatici e l’attuale crisi sanitaria.

Alla fine del vertice tra Unione europea e Unione africana, i partecipanti hanno adottato una dichiarazione congiunta su una visione comune per il 2030. La sfida immediata è garantire un accesso equo ai vaccini e, per questo, l’Ue e l’Ua sosterranno i meccanismi locali e regionali per l’approvvigionamento dei vaccini, nonché l’assegnazione e la distribuzione di prodotti medici. L’Ue ha ribadito il suo impegno a fornire almeno 450 milioni di dosi di vaccino ai Paesi africani.

Gli stati membri dell’Ue e i Paesi dell’Africa cercheranno di realizzare programmi internazionali nei settori della salute, del clima, della biodiversità, dell’istruzione e della sicurezza per facilitare la ripresa economica. Pur migliorando la capacità di affrontare queste sfide, i capi di Stato e di governo convengono che gli investimenti per la ripresa dovrebbero continuare a costruire resilienza ed economie più sostenibili per realizzare le rispettive priorità a lungo termine.

Non manca l’altisonante impegno a combattere i flussi finanziari illeciti e ad affrontare l’erosione della base imponibile nazionale, nonché il trasferimento di profitti e la cooperazione nella trasparenza fiscale. A questo proposito, ci si è prefissati la continua cooperazione per sviluppare e consolidare la capacità strategica nella lotta contro diversi tipi di flussi finanziari illeciti, inclusi riciclaggio di denaro, finanziamento del terrorismo e finanziamento della proliferazione, nonché quelli legati ai sistemi di governance fiscale e alla restituzione dei fondi rubati e dei beni dai paesi di origine.

Insieme, i leader europei e africani hanno dichiarato il sostegno alla cooperazione scientifica tra ricercatori per sviluppare insieme le conoscenze, nonché condividere tecnologia e competenze, anche attraverso un’agenda per l’innovazione congiunta tra Ue e Ua. Ancora, saranno incoraggiati gli scambi di giovani cittadini, volontari e studenti attraverso il programma Erasmus+ ampliato, nonché attraverso lo sviluppo di partenariati tra le università, al fine di migliorare la comprensione reciproca e promuovere l’eccellenza, con il fine di facilitare gli scambi culturali e il movimento di artisti e opere d’arte tra i due continenti, incoraggiando l’impegno reciproco per la restituzione dei beni culturali e promuovendo l’accesso e la protezione del patrimonio culturale.

In vista dei lavori preparatori del vertice, i presidenti della Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea (COMECE) e del Simposio delle Conferenze Episcopali dell’Africa e del Madagascar (SECAM), rispettivamente il cardinale Jean-Claude Hollerich SJ e il cardinale Philippe Nakellentuba Ouédraogo, hanno pubblicato un contributo congiunto nel quale incoraggiano i responsabili politici europei e africani a orientare il loro lavoro sui principi della dignità umana, della responsabilità e della solidarietà, ponendo l’accento sull’opzione preferenziale per i poveri, la cura del Creato, nonché il perseguimento del bene comune, dicendosi «fermamente convinti che l’Africa e l’Europa possano diventare i motori per un rilancio della cooperazione multilaterale».

I vescovi dell’UE e dell’Africa chiedono un partenariato per lo sviluppo umano integrale, l’ecologia integrale, la sicurezza e la pace umana e per le persone in movimento, ricordando le radici comuni e la vicinanza geografica tra Europa e Africa, sottolineando «la responsabilità dell’Europa nel condividere pace e prosperità con i nostri vicini». Il documento intitolato “La giustizia fiorirà e la pace per sempre” offre anche una serie di raccomandazioni politiche specifiche volte a rimodellare le relazioni politiche ed economiche intercontinentali verso un partenariato equo e responsabile che metta le persone al centro.

È doveroso segnalare un momento d’imbarazzo, che mostra quanta strada ancora bisogna fare verso l’uguaglianza e il rispetto delle persone, quando il ministro degli Esteri dell’Uganda, Odongo Jeje, in una foto di rito all’arrivo, ha ignorato la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e non le ha stretto la mano neppure dopo l’intervento di Emmanuel Macron, presidente di turno del Consiglio dell’UE, che gli ha indicato la presidente dell’esecutivo europeo. Jeje ha quindi freddamente salutato e scambiato qualche parola con von der Leyen, ma non le ha stretto la mano. Il tutto sotto lo sguardo imbarazzato di Charles Michel che, dopo un episodio simile in Turchia, con il presidente Recep Tayyp Erdogan, è rimasto praticamente indifferente, dimostrando la propria inadeguatezza a reagire di fronte ad un’offesa fatta in sua presenza a Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione europea.

 

I più letti della settimana

Chiara D’Urbano nella APP di CN

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons