Un nuovo legame sociale

La storia spesso si è trovata ad un bivio. Decidere per la fratenità o meno? Così l'umanità nella nostra epoca. Ce lo spiega Luigino Bruni ne "Le nuove virtù del mercato"
Le nuove virtù del mercato

La storia dell'umanità si è sempre trovata di fronte a dei bivi importanti, a volte estremi, stretta tra fraternità o fraticidio. Nella prima comunità di cui ci parla la tradizione ebraico-cristiana, Caino aveva scelto la seconda strada altre volte si è scelta la via della fraternità come nel caso di Gandhi o di Mandela. Anche oggi per uscire da questa crisi grande occorre imboccare la strada della fraternità, non come singolo popolo, né la sola Europa, ma l’umanità intera e il suo futuro. come ci raconta Luigino Bruni per l'ultimo appuntamento della rubrica con "Le nuove virtù del mercato" di Città Nuova.

«Siamo ormai decisamente entrati nell’era dei beni comuni, lo stiamo ripetendo più volte data la sua importanza cruciale, anche se ancora il mondo accademico non se n’è accorto e nelle facoltà di economia di tutto il mondo ai beni comuni sono dedicati, quando resta tempo a fine corso, solo pochi accenni. Nell’era dei beni comuni la fraternità deve diventare anche una virtù del mercato, poiché le classiche virtù del mercato non sono più sufficienti, neanche il mutuo vantaggio.
Abbiamo visto nel capitolo sui beni comuni che una soluzione efficace e importante alla tragedia dei commons è lo sviluppo di una logica (personalista e inclusiva) del "noi". Certamente anche il mutuo vantaggio del mercato è compatibile e richiede – o quanto meno funziona meglio, creando maggiore benessere per chi legge e vive il mercato in questo modo, e non come mutua indifferenza – una logica del noi, ma solo quella che chiameremo la fraternità civile dà al "noi" quella dimensione universale e quella forza di legame sufficiente per poter affrontare e vincere le nuove sfide dell’era dei beni comuni.

«Ma in quale senso la fraternità può e deve diventare anche una virtù dell’economia e del mercato? Quale fraternità?
Sono più di una le possibili traduzioni del principio di fraternità nella vita civile. In filosofia politica il concetto di fraternità ha trovato un illustre posto nella Teoria della giustizia di John Rawls, probabilmente il testo di filosofia politica più influente dell’ultimo mezzo secolo, e oltre. Rawls fa riferimento esplicito al principio di fraternità per fondare, quantomeno storicamente, sui valori moderni la sua teoria della giustizia. Rawls associa il principio di fraternità al suo secondo principio di giustizia, o "principio di differenza". Egli scrive:

«Il principio di differenza offre un’interpretazione del principio di fraternità. In rapporto al principio di libertà e di eguaglianza, l’idea di fraternità ha avuto un posto minore nella teoria democratica. È ritenuto essere un principio meno specificatamente politico, non definendo nessuno dei diritti democratici, ma piuttosto alcuni atteggiamenti mentali e forme di condotta senza dei quali perderemmo di vista i valori espressi da quei diritti. […] Il principio di differenza, però, sembra corrispondere ad un naturale significato di fraternità: cioè l’idea di non voler desiderare maggiori vantaggi tranne che ciò sia a beneficio di coloro che stanno peggio (1999[1971], p. 90, trad. mia)».

 

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