Un “festino” per chi fa miracoli

I festeggiamenti per santa Rosalia quest'anno sono dedicati a chi si impegna per rendere la città più vivibile nonostante difficoltà spesso enormi
santa rosalia palermo

Come tradizione, anche quest'anno Palermo ha festeggiato Santa Rosalia, patrona della città, il cui santuario si trova sul Monte Pellegrino che è, a detta anche di Goethe, uno dei più bei promontori del mondo.

Il Festino, quest’anno, è stato dedicato “a chi fa miracoli”, cioé a chi in questa città si impegna, spesso in mezzo a difficoltà immense, per renderla più vivibile, più comunità. Questo Festino è stato anche definito low cost, perché tanti vi hanno lavorato a titolo gratuito: nei momenti di difficoltà, anche economica, ciascuno deve sbracciarsi e fare la sua parte. Anche ideare e costruire  il carro dove la “Santuzza” percorrerà il Cassaro per giungere alla marina. Non è mancato infatti l’apporto dei ragazzi e degli insegnati dell’Accademia delle belle arti di Palermo, né quello degli studenti e insegnanti del locale Conservatorio di musica. Ma c'è stato anche l'aiuto delle maestranze del comune, singoli cittadini, associazioni, comunità di stranieri.

«Non ci possono essere divisioni, frammentazioni, dispersioni. Palermo attende una grande assunzione di responsabilità. Né il bene può essere delegato, né il tempo può essere perduto», ha detto l’arcivescovo di Palermo, il cardinale Paolo Romeo, durante l’omelia della messa che, come consuetudine, è stata celebrata nell’atrio del Palazzo delle Aquile, sede del Comune.

«A tutti auguro di prendersi cura di questa nostra Palermo con dedizione e serietà, con nobiltà e generosità, con serietà di impegno e serenità di decisioni». Romeo ha ripreso quanto scritto sulla facciata del Palazzo delle Aquile (“horae pereunt et imputantur”, le ore passano e vengono imputate): «Per Palermo c’e’ ancora tempo? Cronologicamente rispondiamo di sì: le ore passano. Ma è un tempo che deve diventare ottimismo, speranza, opportunità di bene. E questa trasformazione è affidata soprattutto a una molteplicità di interventi di amministrazione e di governo attenti e lungimiranti, lontani da ogni inerzia e decisamente orientati verso opportunità nuove da dare soprattutto ai giovani e alle famiglie».

Palermo può ancora avere tempo e «ogni sforzo – ha detto ancora il cardinale – deve essere compiuto perché il tempo presente sia autentico servizio a questa città: tutte le componenti civili e amministrative, in sinergia con quelle ecclesiali e morali, si adoperino prontamente a vantaggio del bene di questa Palermo felicissima».

«Non si può perder tempo, mai – ha concluso l’arcivescovo – meno che mai in questo Palazzo. Meno che mai in questo particolare momento storico che ognuna delle componenti della società sta attraversando. E non ci si può nemmeno chiudere – ha concluso Romeo – in sterili polemiche che riguardano il passato e che rischiano di vanificare l’attenzione al presente e gli sforzi per un costruttivo impegno al servizio del bene comune».

Non poteva iniziare meglio questo 388esimo Festino di Santa Rosalia: Palermo merita da ciascuno di noi il miracolo del sincero servizio ed esclusivo interesse al bene comune. Tutto il resto non porta a niente, e vuole essere un richiamo forte a tutte le componenti civili e religiose per uno sforza convinto a superare le divisioni.
Forse, oltre che da  Santa Rosalia, Palermo attende il miracolo da ciascuno di noi, da ogni singola componente di questa città. Nessuno escluso! 

I più letti della settimana

Chiara D’Urbano nella APP di CN

La forte fede degli atei

Mediterraneo di fraternità

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons