Un barbiere hollywoodiano

Alle Terme di Caracalla fino al 10 agosto l'opera di Gioacchino Rossini. Grande comicità, un vero e proprio musical con gag e balletti. Una commedia umana e bonaria sui vizi e le virtù
teatro

Non perdetevi, se siete a Roma, o vi passate, questo Barbiere rossiniano alle Terme di Caracalla, in scena sino al 10 agosto. Perché  è di una comicità esilarante. Già la sinfonia  è vitalizzata da una ripresa hollywoodiana in costumi romani antichi, ossia i nostri  film di genere peplum  con i personaggi che vanno “a tempo” e la musica elettrizzante di Rossini che  li spinge a piroettare per tutto il palco.  Quando poi l’opera inizia, la grande scritta Hollywood appare sul fondo e comincia un vero e proprio musical con le gags e i balletti, mentre Rosina  è chiusa in una gran gabbia – da cui entra ed esce -, don Basilio arriva vestito in frack con una lunghissima bacchetta direttoriale  (l’aria della calunnia è fenomenale con la scena della gente che telefona a tutto il mondo e lui che “batte il tempo” in concorrenza con il vero direttore Yves Abel), e don Bartolo ha l’appeal del magnate americano sbruffone con tanto di sigaro. Se poi il Conte canta la serenata come una sorta di Elvis Presley e Figaro è una macchietta esilarante, e se nel finale primo si assiste ad una sorta di spettacolo circense – ma “a tempo -, queste sono solo alcune delle fantasiose invenzioni dell’allestimento e della regia di Lorenzo Mariani, già un successo l’anno scorso.

Bisogna dire che questa versione, per nulla dissacrante ma giocosa come una commedia dell’arte, fa bene, la gente si diverte, addirittura qualche critico, i giovani ondeggiano la testa al ritmo rossiniano. Credo che il gran Gioachino fosse qui si divertirebbe perché il Barbiere  non è altro che una commedia umana bonaria e stuzzicante sui vizi e le virtù, trattata con uno spiritello caustico ed elettrico.

 

Musicalmente,  Abel è un direttore esperto che sa dosare le sonorità, aiutare i cantanti impegnatissimi nelle acrobazie  – anche fisiche – attoriali oltre che canore e le masse che davvero son sempre sul palco a commentare, muovere e muoversi in uno spettacolo fosforescente e molto “americano” visivamente, ma molto italiano come  senso dell’umorismo, perché la musica di Gioacchino di humour ne ha da vendere. Tra i cantanti spicca la Rosina maliziosissima, bella e agilissima voce di Teresa Iervolino, ma anche il don Bartolo di Paolo Bordogna e il don Basilio di Mikhail Korobeinikov non le sono da meno. Pimpante il Figaro di Mario Cassi e onesto il Conte di Giorgio Misseri. Da non perdere.

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