Umorismo & Vangelo nel Cex show

Cesare Cesarini (Cex) porta in giro i suoi spettacoli di Umoristica applicata, cercando sempre il positivo che c'è anche nelle cose negative...

Anche via Messina Marine 259, a Palermo, alcuni giorni fa è divenuta teatro di un “Anima-attore” (come lui stesso ama definirsi), che si è dato a tutto tondo al pubblico presente con uno spettacolo di “Umoristica applicata” in occasione della settimana di preparazione per la festa di san Giovanni Bosco. Stiamo parlando di Cesare Cesarini, che d’ora in poi chiameremo solo Cex, “popo” (parola dialettale che significa “bambino”) del Movimento dei Focolari; un uomo che condividendo gli ideali dell’Opera di Maria – ossia la realizzazione dell’unità tra le persone, richiesta da Gesù (Gv, 17,21) – vive in una comunità di amici fraterni (il focolare). E che, per realizzare il suo volersi donare in toto a Dio, mette in pratica il seguente dettame interiore: “Amare tutti, sempre, subito, con gioia, anche se è difficile”.

L’ideale comune dell’unità è, peraltro, vissuto da ogni “popo” in modo personale. Per cui, in questa grande “famiglia di famiglie”, Cex si evidenzia per un’originalità spiccata: voler far sorridere il mondo. Desiderio che si è sviluppato via via, e si è perfezionato grazie all’amore che nutre per il Padre che è nei cieli; per il quale riesce ad arrivare, tosto, al nocciolo delle cose.

Nato in Cina da genitori italiani, CEX è un uomo dalla valigia sempre pronta. Pronto a partire per ogni città italiana dove venga richiesto per dar vita al suo “Spettacolo & Formazione”, per tutte le età. Dotato di una benefica simpatia, sotto l’impulso dell’amico sacerdote Giuseppe Calderone, ha dato vita al testo “Umoristica applicata: alla ricerca del Bello nel brutto” (Ed. We Can Hope Onlus) che l’editore ha potuto provvidenzialmente offrire a papa Francesco, nel corso della sua visita pastorale a Palermo per la commemorazione di padre Pino Puglisi.

Cex ha messo su carta ciò che mette in scena nella vita, ossia il suo metodo didattico: il “Cex box artistico umoristico”, che è sbarcato con lui anche nelle scuole di molte regioni italiane, con l’obiettivo di stimolare il dialogo dei ragazzi, fargli prendere confidenza con la loro corporeità, far riscoprire la bellezza del creato e stimolare il desiderio della fratellanza e della pace. La prima volta che ha sperimentato tale metodo è stato, ricordiamo, a Cagliari, in una scuola elementare sita in un quartiere a rischio, dove la metà dei ragazzini di una classe aveva il papà in carcere.

«L’allora direttore didattico, mi catapultò – ci ha raccontato – nell’inferno della quarta A, dicendomi: “Se esci vivo da qui, la scuola è tua!”. Al che io traversai la classe, per raggiungere la maestra che, per gli oggetti volanti, si era rifugiata dietro la lavagna. E le chiesi: “Cosa posso fare per te?”. Lei rispose: “Ti prego, vammi a comprare una fettina di vitello tenera per mio padre novantenne, nella macelleria qua davanti che quando esco è chiusa”. Quando riaprii la porta della classe fui accolto da un applauso senza fine. Iniziai così in quella “periferia emozionale” la mia 1° lezione di Umoristica applicata. Dopo 6 mesi da quell’evento, portai in gita 800 di quei ragazzi. Fu un vero esodo dalla routine scolastica e come Mosè, anch’io – umorizza – consegnai loro i miei 10 Comandamenti ecologici: 1. Non avrai altro ossigeno se continui “Accussì” (così, ndr). 2. Non nominare l’ecologia invano. 3. Ricordati che puoi camminare. 4. Onora il mare e la terra. 5. Non inquinare. 6. Non incendiare. 7. Non commettere discariche. 8. Non dire falsa pubblicità. 9. Non desiderare il petrolio degli altri. 10. Non coltivare stupefacenti. Altrimenti siamo tutti perdenti!».

Cex è così. Coi capelli “neri” e l’animo di un bambino, ripropone in scena, con una corda sola, il segreto del suo violino, ossia l’eterna giovinezza, che è poi lo slogan e il motto del grande “Foco” (come era chiamato Igino Giordani): «Chi ama è sempre giovane, chi non ama invecchia e chi odia è già morto!».

L’artista usa portare, per intenderci, un orologio senza lancette al polso, perché «il tempo è infinito e siamo noi a darvi senso». Fosse per lui non userebbe poi durante gli spettacoli, neanche i microfoni perché «per parlare alle folle neanche Gesù li usava». Semmai chiede a chi è seduto nelle prime file la grazia di ripetete la poesia che egli sussurra a bassa voce, perché si propaghi come un’ola (un passa parola) fino agli ultimi banchi o confini anche di una piazza.

Partendo dalle parole della bella e gioiosa Novella (il Vangelo) attualizzata ai nostri giorni, Cex ha operato in decine di contesti diversi autentiche rivoluzioni. Come fai a rapire i cuori? «Perché così operando faccio percepire che il Paradiso è già ora, mentre ci stiamo amando», afferma convinto.

Come si può restare indifferenti a questi pensieri? Alla cura che ha verso tutti e ognuno? Al suo relazionarsi guardando negli occhi i bisogni della gente, mentre i più scorrono disattenti? Alla sua lente d’ingrandimento opportunamente inclinata per far notare il “positivo nel negativo”?

Concludendo: grazie Cex per il caos esplosivo che sei, per la gioia riflessiva che veicoli e che porti in alto, come aquiloni a forma d’elefante, in giro per il mondo, per distruggere il grigio del quotidiano! Grazie per indicarci – come ebbe a dire anche papa Francesco a Loppianoche «l’atteggiamento che più si avvicina alla grazia di Dio è proprio l’umorismo».

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