Umanizzare l’educazione

Il grido di allarme del papa per gli atteggiamenti di discriminazione presenti anche nelle comunità cristiane e l'uscita di un documento dal titolo "Educare all’umanesimo solidale" di stringente attualità promosso dalla Congregazione per l'educazione cattolica.

«Non vi nascondo la mia preoccupazione – ha detto stamane il papa ai direttori nazionali della pastorale per i migranti riuniti dal Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa – di fronte ai segni di intolleranza, discriminazione e xenofobia che si riscontrano in diverse regioni d’Europa. Esse sono spesso motivate dalla diffidenza e dal timore verso l’altro, il diverso, lo straniero.  Mi preoccupa ancor più la triste constatazione che le nostre comunità cattoliche in Europa non sono esenti da queste reazioni di difesa e rigetto, giustificate da un non meglio specificato ’dovere morale’ di conservare l’identità culturale e religiosa originaria».

Nel suo discorso di oggi il papa mette a fuoco uno dei nodi chiave della contemporaneità che può essere risolto solo con un nuovo slancio educativo, formativo, culturale. A partire proprio dalle comunità cristiane. E proprio oggi è stato presentato il documento «Educare all’umanesimo solidale. Per costruire una “civiltà dell’amore” a 50 anni dalla Populorum progressio». Il documento della Congregazione per l’educazione cattolica è rivolto a tutte le persone che sono impegnate a vario titolo nel campo della formazione, dalla scuola all’università, e anche al di là delle istituzioni formali. Per questo esso abbraccia i principi fondamentali dell’educazione e risuona di stridente attualità.

Lo scenario attuale delineato dal rapporto Unicef del 2016 ci dice che le cause che interrompono l’istruzione e che uccidono sono: le emergenze umanitarie e la povertà. Entro il 2030, senza interventi adeguati, 69 milioni di bambini con meno di 5 anni moriranno per cause prevedibili. Tra 15 anni, oltre 60 milioni di bambini in età scolare saranno esclusi dall’istruzione primaria.

Il documento presentato oggi affonda le sue radici nella Dichiarazione conciliare Gravissimum educationis che propone un’ «aperta a una fraterna convivenza con gli altri popoli al fine di favorire la vera unità e la pace sulla terra» e le due encicliche di Paolo VI, la Populorum progressio che invita a costruire la civiltà dell’«umanesimo plenario», offrendo «modelli praticabili di integrazione sociale», e la Laudato sì’ di papa Francesco dove leggiamo: «L’educazione sarà inefficace e i suoi sforzi saranno sterili se non si preoccupa anche di diffondere un nuovo modello riguardo all’essere umano, alla vita, alla società e alla relazione con la natura».

Il documento è articolato in sette brevi capitoli che possono ispirare le 216 mila scuole cattoliche nel mondo con una popolazione studentesca che supera i 60 milioni di alunni di ogni fede e appartenenza etnica per affrontare la sfida dell’identità e della cultura relativistica, la sfida del dialogo in un contesto sociale multireligioso e multiculturale, la sfida delle disuguaglianze economiche e occupazionali, delle emergenze umanitarie e delle marginalità, la sfida ecologica.

Tra i principali temi proposti troviamo: umanizzare l’educazione, la cultura del dialogo, la vera inclusione.

«Umanizzare significa – dice l’arcivescovo Vincenzo Zani, segretario generale della Congregazione per l’educazione cattolica, mettere la persona al centro dell’educazione. La cultura del dialogo vuol dire promuovere la “grammatica del dialogo” dove le religioni possono essere al servizio e non d’intralcio alla convivenza pubblica, a partire dai loro valori positivi di amore, speranza e salvezza che non possono essere ridotti alla sfera privata, ma vanno vissuti come valori etici positivi negli spazi pubblici, di fronte alle leggi giuridiche dello Stato, come anima di una cittadinanza attiva e responsabile. Una vera inclusione nasce dal costruire il bene comune che coinvolge non solo i contemporanei, che popolano la terra oggi, dovunque essi siano, ma anche i futuri cittadini del pianeta. Questo significa che nelle scuole, e ancor più nelle università, è necessario fornire le competenze necessarie per effettuare le scelte decisive per l’equilibrio dei sistemi umano-sociali, come la democrazia, dei sistemi naturali e ambientali, l’ecologia, per garantire anche le esigenze delle generazioni future».

Nel contesto di scenari attuali così complessi è «quanto mai urgente – commenta il cardinale Giuseppe Versaldi, prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica – umanizzare l’educazione. Questo è possibile, in primo luogo, globalizzando la speranza guidati dal messaggio di salvezza e d’amore della rivelazione cristiana. La solidarietà e la fratellanza scaturite da questa trasformazione personale e sociale saranno la base per un processo inclusivo in grado di influire sugli stili di vita e sui paradigmi economici e ambientali».

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