Ue e la nuova strategia per la biodiversità 2020-2030

L’Unione europea ha stilato un piano per rendere ancora più sostenibile l’economia predisponendo importanti obiettivi da raggiungere entro il 2030. L’impegno dell’Italia per una sinergia economica e sostenibile più incisiva.
AP Photo/Markus Schreiber

L’Unione europea ha depositato la strategia per la biodiversità nel decennio 2020-2030. Un piano che rientra nel progetto del green deal europeo presentato a inizio anno dalla presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen. Un investimento di 1000 miliardi di euro in 10 anni per azzerare l’impatto climatico dell’Europa entro il 2050.

L’Italia ha assunto un ruolo cruciale tra i Paesi Ue affinché si procedesse in questa direzione.

La nuova strategia per la biodiversità punta a raggiungere obiettivi ambiziosi nei prossimi 10 anni per affrontare e arrestare la perdita di biodiversità e si affianca a quella chiamata Farm to work con lo scopo di triplicare la superficie agricola coltivata con metodo biologico entro il 2030. Un passo decisivo in grado di dare benefici per la salute e per l’ambiente. In particolare entro il 2030 si vuole raggiungere l’obiettivo del 25% della superficie agricola europea in biologico (oggi siamo all’8%), e in contemporanea ridurre l’uso dei pesticidi del 50% e dei fertilizzanti del 20%.

«L’Unione europea ha segnato un passaggio storico nel mondo post-Covid – ha affermato il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa -. Quella nuova normalità verde sulla quale noi stiamo già lavorando come Ministero e che vede nelle diverse azioni delle due Strategie della Commissione Von Der Leyen appena approvate una fortissima assonanza. Le due strategie si tengono perfettamente insieme perché, conservazione della natura e agricoltura sono un binomio indissolubile».

Per il Belpaese si cambia totalmente visione dell’ambiente cercando di lavorare anche in ambito economico. «Prima del Covid avevamo già intuito che qualcosa bisognava fare, non solo la singola azione, che è un elemento importante in una visione ma qualcosa di più grande – ha affermato Costa – abbiamo cambiato un pezzo di programmazione pluriennale dell’Italia, il Cipe l’abbiamo trasformato in Cipes, Comitato interministeriale per la programmazione economica sostenibile, per legge ci siamo auto obbligati nei prossimi decenni che tutte le risorse che vanno nei lavori pubblici devono avere la connotazione di sostenibilità. Questo è un vincolo insuperabile».

Inoltre per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana nel Documento economia e finanza «c’è scritto che tutto sarà indirizzato verso il green, e si parla esplicitamente di economia circolare e tutela della natura: sono elementi di strategia politica ed economica giganteschi, se non si crea lo strumento di base ci sarà sempre qualcuno che vuole evadere da quest’obbligo» ha sottolineato Costa.

L’emergenza Coronavirus deve farci capire che dobbiamo cambiare stili di vita. La natura ci permette di respirare e ci da il cibo necessario. Si spera sia chiaro che il legame tra la nostra salute e quella degli ambienti naturali è inscindibile.

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