Il turismo promuove sviluppo e lavoro

Celebrata in India la quarantesima giornata sul turismo,  un settore che genera occupazione e chiede un grande investimento in responsabilità sociale.
Turisti in fila al Colosseo

“Il turismo e il lavoro: un futuro migliore per tutti” è il titolo della 40esima edizione della Giornata Mondiale del Turismo che si celebra dal 1979. Il tema scelto quest’anno richiama l’iniziativa: “Il futuro del lavoro”, voluta dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), che nel 2019 celebra il suo centenario.

Proposta dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO) la giornata mondiale ha avuto quest’anno come sede la città di Nuova Delhi in India. L’obiettivo è quello di incentivare in tutto il pianeta lo sviluppo di un turismo sempre più responsabile e globalmente sostenibile così come indicato dal segretario generale dell’OMT Zurab Pololikashvili, che ha dichiarato: «La nostra responsabilità è quella di garantire che il turismo avvantaggi ogni singola comunità, senza lasciare indietro nessuno. La crescita del turismo genera immense opportunità per il benessere economico e lo sviluppo, ma comporta anche molte sfide tra cui sicurezza, cambiamenti del mercato, digitalizzazione. Intendo guidare l’OMT con una forte attenzione a costruire solide partnership con il settore pubblico e privato, promuovendo posti di lavoro e opportunità per tutti, padroneggiando tecnologia e innovazione e promuovendo la sostenibilità e la lotta contro i cambiamenti climatici».

Anche il dicastero vaticano per il Servizio dello sviluppo umano integrale è intervenuto sul tema  rimarcando che: «Il lavoro è una necessità, è parte del senso della vita su questa terra, via di maturazione, di sviluppo umano e di realizzazione personale», come scritto da papa Francesco nell’Enciclica Laudato si’.

Con riguardo alle problematicità e alle condizioni di lavoro nel turismo  -dalla precarietà all’illegalità allo sfruttamento dell’ambiente -, il dicastero propone quanto scritto da san Giovanni Paolo II, per il quale tale settore «va considerato come un’espressione particolare della vita sociale, con risvolti economici, finanziari, culturali e con conseguenze decisive per gli individui e i popoli. La sua diretta relazione con lo sviluppo integrale della persona dovrebbe orientarne il servizio, come per le altre attività umane, all’edificazione della civiltà nel senso più autentico e completo, all’edificazione cioè della ‘civiltà dell’amore’» (cfr Sollicitudo rei socialis, n. 33). Nel 2003 invece evidenziava che «L’attività turistica può svolgere un ruolo rilevante nella lotta alla povertà, sia dal punto di vista economico, che sociale e culturale. Viaggiando si conoscono luoghi e situazioni diverse, e ci si rende conto di quanto grande sia il divario tra Paesi ricchi e Paesi poveri. Si possono, inoltre, meglio valorizzare le risorse e le attività locali, favorendo il coinvolgimento dei segmenti più poveri della popolazione».

Il dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale fa dunque appello a tutti i governanti e ai responsabili delle politiche economiche nazionali affinché favoriscano il lavoro, particolarmente dei giovani, nel settore del turismo. Un lavoro che metta al centro la dignità della persona – come d’altronde raccomanda anche la commissione mondiale sul Futuro del lavoro dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) – che si faccia strumento di promozione dello sviluppo integrale di ogni uomo e di tutto l’uomo, che cooperi allo sviluppo delle singole comunità, ciascuna secondo le proprie peculiarità, e che favorisca la creazione di rapporti di amicizia e fraternità tra persone e i popoli.

Che il settore del turismo sia in forte espansione lo si può rilevare dal fatto che mentre nel 1950 i turisti internazionali erano poco più di 25 milioni, nel prossimo decennio i viaggiatori potrebbero arrivare a quota 2 miliardi in tutto il mondo. Se, così come si evince dai dati diffusi dall’UNWTO, su 11 posti di lavoro nel mondo almeno 1 è generato – direttamente o indirettamente – dal turismo si aprono grandi opportunità, soprattutto per i giovani.

E di opportunità di lavoro per tutti ne abbiamo parlato con Maurizio Testa ideatore, presidente e ceo
di Artes, acronimo di Animazione relazionale per il turismo esperienziale. Il turismo esperienziale raccoglie la domanda di quasi il 40-50% dei viaggiatori nel mondo. In Italia anche tramite Artes si stanno facendo passi avanti creando nuove professionalità. L’operatore di turismo esperienziale crea, organizza ed eroga “storie da vivere insieme” coinvolgendo le risorse locali e portando il turista a diventare protagonista sul palcoscenico del territorio. Si tratta di una figura professionale che si forma con un disciplinare, una professione riconosciuta dal ministero dello Sviluppo economico.

«Creiamo – afferma Testa – opportunità professionali in un settore che ha ottime possibilità di sviluppo passando da un turismo tradizionale a un turismo di nicchie, cioè quello esperienziale con i locals tra cui cuochi, sommelier, ecc. che si stanno sempre più indirizzando a una forma di turismo che potrebbe generare un indotto significativo al pari di quello che sta accadendo nella vicina Spagna».

Il turismo sempre più sostenibile è una delle mission dell’organizzazione mondiale. Essendo produttori di beni relazionali si producono e si crea felicità (come afferma l’economista Stefano Zamagni), che deriva da incontri tra persone con gratuità, che non vuol dire gratis. I beni relazionali non inquinano e fanno incontrare persone che accolgono persone. Questo è il vero turismo sostenibile.

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