Trilogia dell’utopia
Spettacolo evento, corale ed epico. Sette ore e mezzo, 31 attori in scena, stakanovisti e generosi, diretti da Marco Tullio Giordana alla sua prima regia teatrale. The coast of utopia, di Tom Stoppard, racconta in tre capitoli, Viaggio-Naufragio-Salvataggio, le origini della Rivoluzione in un arco di 35 anni di storia russa. L'anarchico Bakunin, il filosofo dissidente Herzen, il critico letterario Belinskij e il romanziere Turgenev, accanto ad altri intellettuali e scrittori, donne e bambini, per un affresco in continua alternanza spazio-temporale. Vicende collettive e intime di personaggi alla ricerca utopica di quella sponda di salvezza che li vede dibattersi per le proprie idee: «Il nostro senso di uomini sta nel modo in cui viviamo, nel nostro tempo, nel nostro mondo imperfetto. Non ne abbiamo un altro». Nel frattempo intrecci di ideali, sentimenti, tormenti, progetti, fallimenti, esultanze e sofferenze, instabilità e fughe. La regia “cinematografica” muove quadri scenici con pannelli bagnati da luci cromatiche. Si avverte, però, specie nella prima parte, il prevalere di una geometrica drammaturgia di sole immagini illustrative a scapito di una più robusta costruzione interiore che muova i personaggi e focalizzi concetti. Ma è encomiabile il collettivo sforzo degli attori.
All’Argentina di Roma. Produzione Stabile di Torino, Teatro di Roma e Zachar di Michela Cescon.