Traffico umano, il Vaticano contro l’economia degli schiavi

Un'agenzia internazionale contro la tratta di esseri umani. La Pontificia Accademia di Scienze sociali chiude la sessione plenaria dedicata al traffico umano con una lista di proposte, tra cui spicca l'istituzione di una “Wto contro il commercio di schiavi”.

«Occorre una maggiore responsabilità politica mondiale. All'Unione europea chiediamo un impegno condiviso soprattutto lungo i confini dell'Italia», spiega Margaret Archer, presidente dell'Accademia, durante la conferenza nella Sala stampa Vaticana. «Non possiamo abbandonare i migranti sulle coste libiche, sarebbe inumano. L'Europa deve avere un piano di azione comune: è uno scandalo che l'Italia sia stata lasciata sola», conclude la Archer.

La tratta di uomini, una piaga che il mondo cattolico da anni definisce “una schiavitù moderna”. «Dovrebbe essere considerata un crimine contro l'umanità, invece la penalizzazione dipende dalle leggi dei singoli Stati» spiega Stefano Zamagni, docente di Economia dell'Università Alma Mater di Bologna e membro della Pontificia Accademia. Contro gli schiavisti il professore non ha dubbi: «occorre puntare sulla responsabilità sociale di impresa. Dobbiamo diffondere le certificazioni di merci prodotte senza l'utilizzo di schiavi, dobbiamo informare i consumatori che potranno così boicottare le merci di dubbia provenienza. La maggiore informazione dovrà poi legarsi all'azione della magistratura che deve confiscare i beni ai trafficanti, come si fa con successo contro i mafiosi». Responsabilità sociale di impresa e responsabilità sociale dei consumatori, questa in sintesi la soluzione economica contro la tratta di esseri umani.

Zamagni ricorda che sono soprattutto le donne ad essere sfruttate: sono il 70 per centi delle vittime, mentre il 72 per cento degli schiavisti sono uomini. Eppure non si deve commettere l'errore di confondere l'immigrazione illegale con il commercio di schiavi: «Sono fenomeni che in parte possono coincidere, ma profondamente diversi», spiega il sociologo Pierpaolo Donati, membro dell'Accademia, «per i trafficanti, gli uomini sono “beni di proprietà”, degli asset, per questo è meno probabile che viaggino su un barcone, pagando un biglietto che arriva anche a duemila euro».

Prostituzione e lavoro forzato sono le principali forme di schiavitù, ma l'Accademia pone l'accento contro il traffico di organi. Secondo la Pontifica Accademia i dati sui trapianti di organi provano l'esistenza di una sproporzione tra organi donati e organi trapiantati. Una piaga che può essere risolta solo con una maggiore sensibilità sul tema. «Ai sacerdoti chiediamo una intensa attività di promozione del valore della donazione», sottolinea Donati rivolgendosi direttamente a padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa.

Occorre dunque una guerra alla schiavitù, che potrà essere volano di sviluppo economico. Lo ribadisce Stefano Zamagni che ricorda il Liber Paradisus. «A Bologna prima che altrove capirono che la libertà genera sviluppo, per questo già nel 1256 abolirono la schiavitù. Il benessere della città felsinea deve essere attribuito in buona parte a quel segno di civiltà. Eliminare la schiavitù genera ricchezza perché restituisce la dignità alla persona: un uomo libero produce più di uno schiavo», conclude l'economista.

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