Testimoni di riconciliazione

A Parigi la 21ª sessione del Comitato internazionale di collegamento cattolico-ebraico. In 70 tra cardinali e rabbini, provenienti da tutto il mondo per delineare le sfide future del dialogo
Dialogo cattolico-ebraico

Il dialogo ufficiale tra la Chiesa cattolica e gli ebrei compie 40 anni. Da un punto di vista storico, 40 anni non sono nulla, un batter di ciglio. Ma questo mezzo secolo ha segnato in profondità la storia dei rapporti tra due comunità che pur affondando le loro radici nell’unico libro Sacro, per troppo tempo si sono guardate con sospetto e pregiudizio.

 

Era il 1971 quando per la prima volta i membri della Commissione per le relazioni religiose con il Giudaismo della Santa Sede e del Comitato ebraico internazionale per le consultazioni interreligiose (Ijcic) si incontrarono a Parigi. Da allora quell’incontro si è ripetuto ogni due anni in una città diversa del mondo. Mezzo secolo di incontri, chiarimenti, e soprattutto di conoscenza reciproca. Anni che hanno lentamente trasformato la “secolare eredità di sospetti e fantasmi” e spinto ebrei e cattolici a percorrere la strada della purificazione della memoria, della riconciliazione e del rispetto reciproco. Quest’anno per il 40° anniversario, si è scelto di nuovo come sede dei colloqui la capitale francese. Dal 27 febbraio al 2 marzo si è tenuto presso la prestigiosa sede del Collège des Bernardins la 21ª sessione del Comitato internazionale di collegamento cattolico-ebraico alla quale hanno partecipato una settantina di delegati provenienti da tutto il mondo.

 

Il dialogo non è semplice. Se è vero – come ha detto il card. Kurt Koch – che questi 40 anni possono essere considerati come «un immenso miracolo, frutto dello Spirito Santo», è altrettanto vero che ci sono punti della storia passata ancora da chiarire e che i leader delle comunità ebraiche criticano spesso il Vaticano su diverse questioni, soprattutto quelle legate all’Olocausto. Ha quindi ragione il Gran Rabbino di Francia Gilles Bernheim, quando ha detto che il cammino di riconciliazione tra ebrei e cattolici ha compiuto in questi ultimi decenni «passi inediti ma non può continuare se non si sviluppa».

 

Nel delineare quindi le «comuni sfide», il cardinale Kurt Koch, che presiede la Commissione vaticana preposta al dialogo con il giudaismo, ha proposto una via di azione comune. «Abbiamo – ha detto – la responsabilità comune di lavorare insieme per il bene dell’umanità, rifiutando ogni forma di antisemitismo, gli atteggiamenti anti-cattolici e anti-cristiani, così come ogni forma di discriminazione, per lavorare insieme per la giustizia e la solidarietà, la riconciliazione e la pace». E parlando della persecuzione e uccisione di cristiani in Medio Oriente, ha detto: «Ebrei e cristiani possono alzare la voce insieme per la tutela di coloro che sono perseguitati per motivi religiosi, ovunque essi vivano e qualsiasi tradizione religiosa professino. Dovrebbe essere nostro compito dare segnali chiari e pubblici di solidarietà e pregare per i nostri fratelli e sorelle in queste situazioni difficili. In questo senso, la mia speranza è che il nostro incontro qui a Parigi possa essere costruttivo e possa approfondire l’amicizia ebraico-cristiana. Possa questa amicizia dare una testimonianza al mondo della comprensione e rispetto reciproci, anche nella nostra diversità».

 

I gesti nel dialogo sono importanti e a Parigi ci sono stati vari e significativi segni di riconciliazione. I partecipanti hanno piantato una quercia nella città di Raincy (Seine-Saint-Denis) in memoria di Ilan Halimi, un francese ebreo torturato e ucciso nel 2006 ed hanno visitato il memoriale della Shoah a Parigi. Poi un annuncio: il presidente del Crif Richard Prasquier ha annunciato la creazione in Israele di un memoriale dedicato al Cardinale Jean-Marie Lustiger, attore instancabile del dialogo tra le due religioni. Sarà situato nel Negev vicino Arad, sulla rotta indicata nella Bibbia come la "Strada dei Re".

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