A Taranto il primo parco eolico marino del Mediterraneo

Energia pulita e sostenibile per il fabbisogno annuo di circa 60mila persone quando entrerà in funzione. Il beleolico è una tecnologia che incontra il sostegno delle principali associazioni ambientaliste
parco eolico foto pixabay

Per la prima volta in Italia e per la prima volta nel Mar Mediterraneo nascerà un parco eolico marino nel rispetto dell’ambiente e della sostenibilità.

La società Renexia ha infatti avviato le operazioni per il posizionamento della prima turbina di Beleolico – questo il nome del progetto legato alla società gestore dell’impianto – nel mare a circa 2 chilometri e mezzo dalla costa, davanti il molo polisettoriale di Taranto. Lo specchio di mare interessato è pari a 131.000 mq mentre l’area demaniale marittima è di 455 mq.

L’impianto è fatto da 10 turbine e quando andrà a pieno regime, sarà in grado di produrre energia green per 60mila Mwh, pari al fabbisogno annuo di 60mila persone, cioè un terzo dei cittadini di Taranto.  

L’intero progetto verte su fondazioni monopalo con un diametro di 4,5 metri, lunghezza totale di circa 50 metri, per 400 tonnellate di acciaio. Su queste fondazioni (parzialmente infisse nel fondale marino) saranno installate le torri da 80 metri e i rotori da 135 metri di diametro. Con questa nuova tecnologia green si avrà un risparmio di circa 730mila tonnellate di Co2.

Beleolico è un impianto sostenibile dal punto di vista ambientale ma anche sociale: si inserisce in un contesto segnato dalla presenza dell’industria pesante ed è stato pensato per contribuire al rilancio di Taranto perché potrà generare una nuova filiera industriale grazie alle attività di mantenimento delle sue strutture, sia a terra sia in mare, con l’impiego di operatori locali. Infatti uno degli obiettivi legati al progetto è quello di creare localmente opportunità di crescita lavorativa per aziende italiane, al fine di promuovere lo sviluppo del tessuto economico contribuendo a creare una nuova manifattura a Taranto.

«L’eolico offshore – spiega Renexia – rappresenta una tecnologia che incontra il sostegno delle principali associazioni ambientaliste perché rappresenta una vera alternativa alle centrali clima alteranti, per la produzione di energia pulita». Il progetto è stato portato avanti anche con il coinvolgimento e il dialogo delle associazioni ambientaliste, gli stakeholder locali e nazionali e i comitati del territorio.

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