Stangata sulle famiglie. Che fare?

Disagio e timori tra quanti vengono duramente colpite dalla manovra finanziaria. Appello del Forum delle associazioni familiari per una radicale riforma fiscale e l’adozione dell’imposta patrimoniale.
Crisi economica

Chi paga la crisi? Che fare? Le misure continuamente mutevoli di una manovra finanziaria da approvare in fretta colpiscono «in modo particolare la famiglia con figli, sia in maniera diretta, con il taglio delle detrazioni per figli a carico, sia in maniera indiretta con l’inevitabile aumento del costo dei servizi alle famiglie (asili, scuole, mense scolastiche, trasporti) causati dalla progressiva riduzione dei trasferimenti dello Stato a Regioni e Comuni».

 

Partendo da questo dato evidente il Forum che riunisce le associazioni familiari chiede con forza «l’introduzione immediata del “fattore famiglia” nell’imposizione fiscale generale e nelle addizionali Irpef regionali e comunali», «almeno nel primo gradino di applicazione» e cioè per i redditi più bassi associandola con un’altra riforma urgente che consiste nella variazione in senso più equo dell’Isee cioè del calcolo di quell’ “Indicatore della situazione economica equivalente” in base al quale viene conteggiato il costo dei servizi locali alla famiglia invitando a vigilare sull’elusione e le false dichiarazioni.

 

Si tratta di scelte che dovrebbero far parte del programma del governo secondo il Piano per le politiche familiari presentato dal sottosegretariato alla famiglia che più volte ha minacciato, ultimamente, di presentare le proprie dimissioni. Altre misure per fare cassa come l’aumento dell’Iva diventano una tassa che si distribuisce su tutti finendo per penalizzare le famiglie con figli. Citando fonti de Il Sole 24 ore, il Forum ricorda come l’aumento di un solo punto percentuale dell’imposta sul valore aggiunto che si paga su ogni merce finisca per pesare in misura doppia su una famiglia con tre figli rispetto ad un contribuente singolo. Numeri che confermano i fin troppo noti dati del rapporto Istat 2011 secondo cui dal terzo figlio in poi aumenta il rischio, per una famiglia, di cadere sotto la soglia della povertà relativa.

 

Davanti a tanta improvvisazione bisogna ricordare, infatti, che il Forum ha computo ultimamente un notevole lavoro di analisi e proposta arrivando alla formulazione del “fattore famiglia”, che non è una soluzione pensata per accontentare qualche lobby tra le altre ma una riforma strutturale del fisco fondata su criteri di equità e giustizia sociale. Tanto è vero che anche i più esigenti critici hanno ammesso che il “fattore famiglia” permette di superare l’accusa tradizionale rivolta al quoziente familiare di agevolare solo gli alti redditi.

 

Il rischio è ancora una volta quello di rimanere fuori dalla porta delle stanze dove si prendono le vere decisioni su chi deve pagare i costi della crisi. Ma non si tratta, ormai, di stare a discutere su come dividere le briciole, e perciò il Forum esplicita la richiesta di trovare le risorse necessarie, oltre che nella riduzione drastica dei costi della politica, tramite una patrimoniale che vada a colpire «quel 10 per cento di persone che detiene il 45 per cento delle ricchezze del nostro Paese, chiedendo finalmente un contributo al bene comune».

 

“Patrimoniale”, ricordiamo, vuol dire colpire i grandi patrimoni esistenti che non corrispondono, come sappiano, alle dichiarazioni dei redditi. L’ultimo (6 settembre) maxi emendamento governativo alla manovra su cui verrà chiesta la fiducia in Parlamento prevede, invece, un contributo del 3 per cento su coloro – molto pochi – che dichiarano oltre 300 mila euro di reddito con una raccolta presunta di 350 milioni di euro di euro in tre anni (!). Resta aperta la domanda avanzata dalle associazioni delle famiglie: «La prima manovra ha programmato la stangata per le famiglie. La seconda ci mette il timbro. Che fare?».

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