Solidali come… delfini

Nelle acque che circondano Taranto è possibile avvistare i cetacei e studiare i loro comportamenti. Interessante notare che i delfini attuano un vero e proprio mutuo e reciproco soccorso nei momenti di difficoltà, ad esempio al momento del parto delle femmine o quando vedono una persona in difficoltà, di cui riescono ad avvertire il disagio
Delfini nel Mar Jonio

Forsi non tutti sanno che Taranto – città nota negli ultimi anni per i fatti di cronaca nera e per i casi di inquinamento ambientale legati prima alla fabbrica Fibronit e poi all’Ilva – è bagnata dallo Jonio, un mare ricco di sorprese, come i bellissimi cetacei e in particolare i delfini che vi si trovano.

La loro presenza è dovuta in particolare alla disponibilità di plancton portato dai fiumi che sfociano nel mar Jonio dalla Basilicata: il Basento e il Sinni. In questo quadrilatero di mare, il Golfo di Taranto appunto, l’associazione Jonian Dolphin Conservation si occupa di ricerca scientifica e tutela le specie di cetacei, navigando tra le coste di Basilicata, Puglia e Calabria con il catamarano Taras, lungo 40 piedi e costruito proprio per  questo scopo. Il nome Taras deriva dal fondatore spirituale della città di Taranto, al quale, secondo la leggenda, mentre stava sulle rive dello Jonio apparve un delfino, segno di buon auspicio e di incoraggiamento per fondare una città.

Qualche giorno fa, allo staff di Taras, che lavora per sensibilizzare al rispetto dell'ambiente, si è unito un gruppo di 24 partecipanti, tra cui alcune famiglie, per fare l'esperienza dell'avvistamento dei delfini nell'ambito dell'esperienza formativa outdoor "I delfini e la fiducia". Studiando le caratteristiche del comportamento dei cetacei e dei delfini, infatti, è facile osservare come spicchi il fattore dell'unità sociale e della coesione di gruppo, oltre che un elevatissima capacità di comunicazione, che consente a questi mammiferi di orientarsi in un territorio così vasto e pieno di insidie.

È stata un'esperienza davvero speciale, raccontano alcuni dei partecipanti, ascoltare la descrizione del comportamento di questi animali, presente anche nell'uomo, spesso a sua insaputa. I delfini infatti, sono noti per le loro "social skills", il mutuo e reciproco soccorso nei momenti di difficoltà, nel momento del parto delle femmine e nel momento in cui si trovano di fronte ad altri essere umani in difficoltà, dei quali sono capaci di riconoscere lo stato d'animo di disagio grazie all'utilizzo dei neuroni specchio. Una specie presente da cinquantamila anni e da ventimila rimasta invariata fino ad oggi nelle caratteristiche morfologiche.

Nelle attività a bordo, alternate ai momenti di relax e socializzazione del gruppo, ci sono stati richiami alla psicologia evolutiva descritta da Daniel Goleman, psicologo conosciuto per gli studi sull'intelligenza sociale ed emotiva, nata prima dell'intelligenza razionale, sulla quale si fonda l'idoneità evolutiva. «Vince il gruppo che trova i mezzi per l’eredità genetica e non la spietatezza degli individui solitari. Ossia l'efficacia evolutiva basata sulla capacità di cooperazione del gruppo. La neocorteccia, inoltre- spiegava Goleman – cioè gli strati più superficiali del cervello, che ci permettono di pensare, è un’importante eredità umana dell’esigenza di riunirsi in gruppi. Nel regno animale solo i mammiferi (tra cui l’uomo) hanno la neocorteccia. Fra i primati il rapporto tra la neocorteccia e il volume del cervello aumenta in proporzione alle dimensioni assunte dal gruppo sociale nella specie in oggetto».

Dopo un paio d'ore circa di navigazione, sono stati avvistati i Grampi, una specie di delfinidi in via di estinzione di 400 kg di peso e 4 metri di lunghezza, per la felicità di tutti. In genere nello Jonio si possono avvistare soprattutto le Stenelle, un'altra specie di cetacei, con una percentuale di avvistamento molto alta.


Al termine della giornata, i cui protagonisti principali sono stati i bambini, il gruppo ha sperimentato un'armonia fondata su ritmi diversi di vita, sull'esperienza della conoscenza profonda e della fiducia. Qualcuno l'ha descritta metaforicamente come un viaggio in cui si lasciano le proprie certezze, e si va alla ricerca di qualcosa di nuovo, uno stile di vita e di comportamento sociale che è possibile apprendere anche da un'altra specie animale.
 

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