I sindaci abruzzesi: il governo ci aiuti a sopravvivere

Nessuna risposta nel corso dell'incontro di giovedì 2 marzo a Roma con le istituzioni. La delusione dei primi cittadini e l'appello a Gentiloni: ci dia risposte concrete e l'aiuto economico di cui abbiamo bisogno per ripartire

Sono arrivati a Roma a decine, ognuno con la fascia tricolore bene in vista, in giacca e cravatta o col piumino, col cappotto o con la felpa. I sindaci dei comuni abruzzesi sono arrivati da tutta la Regione, dalle aree montuose e dalla costa, affiancati dal presidente della Provincia di Teramo, Domenico Di Sabatino, da commercianti e imprenditori, da costruttori e manovali con i caschetti bianchi in testa, dalle forze dell’ordine e dai cittadini evacuati dalle proprie case a causa dell’emergenza terremoto, o per la neve o, ancora, per le frane.

Sono arrivati giovedì con 35 pullman, in quasi duemila, e non senza qualche frecciatina contro «la Prefettura, che ci ha fatti arrivare in tempi diversi», ma né i ritardi né  i colori politici diversi hanno diviso una protesta compatta e unitaria: quella della gente delle aree terremotate dell’Abruzzo, che chiede aiuti concreti alle attività produttive, commerciali ed agricole, interventi fiscali con il blocco delle tasse, la messa in sicurezza delle scuole e la deroga al patto di stabilità per poter spendere i fondi a disposizione, l’allargamento del cratere per includervi tante zone, fortemente danneggiate dal

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Maurizio Brucchi, sindaco di Teramo

sisma, ma inspiegabilmente escluse dai provvedimenti del post terremoto. Chiedono, insomma, di essere davvero una priorità per il governo, non a parole ma – nero su bianco –, con l’inserimento degli emendamenti che hanno elaborato all’interno del nuovo decreto legge del governo per le aree terremotate.

«Noi – afferma Maurizio Brucchi, sindaco di Teramo, che giovedì si è fatto portavoce dei colleghi – non chiediamo niente di straordinario. Chiediamo solo di sopravvivere e di tornare a vivere. Abbiamo bisogno di un decreto che ci dia risposte dal punto di vista economico e fiscale». Recatosi in delegazione a Palazzo Chigi per incontrare i rappresentanti del governo, al termine dell’incontro non ha nascosto la delusione per la mancanza di risposte concrete. «Il governo – spiega – si è reso disponibile a verificare a 360 gradi le nostre richieste. Io ho chiesto un tavolo di confronto che duri almeno tutta la prossima settimana, che sarà quella di conversione del decreto sul dopo terremoto, e lo abbiamo ottenuto, per poi arrivare a raggiungere il risultato più importante per noi: un provvedimento che dia risposte dal punto di vista economico, perché dal punto di vista della ricostruzione i provvedimenti ci sono. Siamo in difficoltà, abbiamo bisogno di provvedimenti fiscali, di allargare il cratere sismico, abbiamo bisogno che Teramo entri totalmente nel cratere, abbiamo bisogno di sostegno. Quello morale ci serve poco, quello economico serve di più. Nessuna garanzia ci è stata data, ma questo incontro è stato un punto di inizio».

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Cristina Di Pietro, sindaco di Civitella del Tronto

Al tavolo con il governo, era seduta anche Cristina Di Pietro, sindaco di Civitella del Tronto. «C’è stata la disponibilità del governo – afferma – ad ascoltare i vari temi sul tavolo. Noi, al di là della disponibilità, abbiamo bisogno di risposte concrete. Il tema del terremoto sappiamo già che si articolerà in vari modi», a seconda delle diverse situazioni, «ma io – aggiunge il sindaco – per la frana di Ponzano e di Ripe ho bisogno di risposte immediate perché ho 150 persone in mezzo ad una strada e non so se hanno diritto ad una assistenza oppure no, se hanno diritto ad avere risarcita la casa o non ce l’hanno. La situazione è molto grave».

Pietro Quaresimale, sindaco di Campli, non nasconde la delusione per le mancate risposte del governo, ma è soddisfatto della compattezza della sua gente. «Innanzitutto – dichiara – voglio ringraziare tutti i cittadini che sono venuti a Roma in un giorno feriale e hanno benissimo appoggiato questa nostra iniziativa. Sono contento perché in questo momento di difficoltà non c’è un colore politico, bensì c’è l’interesse per il territorio. Per quanto riguarda l’incontro abbiamo rappresentato le nostre problematiche e le nostre esigenze, però anche questa volta il governo ha detto che sta valutando e non ci ha dato risposte concrete né per gli emendamenti che abbiamo chiesto né, soprattutto, per la tempistica e questa è una cosa che non va bene perché non possiamo più aspettare. Nel mio caso, oltre al sisma e alla neve, ho anche una frana da affrontare, oltre a quella di Paduli che risale al 2015.

Pietro Quaresimale, sindaco di Campli

È la frana di Castelnuovo. Ho evacuato circa 120 persone ma – aggiunge preoccupato Quaresimale – se non interviene rapidamente, rischia di estendersi ulteriormente andando a pregiudicare altre abitazioni. Non servono più chiacchiere, ma provvedimenti concreti e noi sindaci da soli non possiamo più intervenire, abbiamo bisogno del supporto del governo. Adesso basta con i litigi all’interno dei partiti per le poltrone, bisogna risolvere i problemi della gente».

Preoccupato anche Gabriele Astolfi, sindaco di Atri: «La situazione del nostro Comune – spiega – è piuttosto complicata, perché oltre ai danni del maltempo e del terremoto, ci sono delle frane che incombono sul nostro territorio che mettono a repentaglio la stabilità delle case» e l’incolumità delle persone. «Sono problematiche – aggiunge Astolfi – che hanno bisogno di interventi urgenti e molto costosi, perché parliamo di colline intere che stanno franando in maniera inspiegabile».

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Gabriele Astolfi, sindaco di Atri

All’incontro con i parlamentari e il governo hanno partecipato, giovedì, anche sindaci di Comuni della costa, come Paolo Camaioni, sindaco di Martinsicuro, e Tonia Piccioni, sindaco di Alba Adriatica, che hanno dato il proprio sostegno ai colleghi, chiedendo anche un’attenzione per i loro territori, in vista di una stagione estiva che si annuncia molto difficile. Erano presenti anche i primi cittadini di Comuni che non hanno avuto danni molto gravi, come Umberto D’Annuntiis, sindaco di Corropoli, per manifestare sostegno e solidarietà a favore dei territori vicini. «Rispetto agli altri, il mio Comune è in condizioni migliori, ma – assicura – siamo qui a supportare la situazione dei colleghi. L’incontro è stato cordiale, ma niente di più. Non abbiamo avuto assicurazioni, solamente un incontro interlocutorio. Speriamo che durante la trasmissione del decreto legge alle Camere e l’elaborazione in Commissione Ambiente si possano apportare delle modifiche, altrimenti così è insoddisfacente».

 

 

 

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