Se il dieci per cento vi sembra poco

Investire un decimo di ciò che viene speso per gli armamenti a livello mondiale sarebbe sufficiente a raggiungere gli "Obiettivi del millennio" indicati dall'Onu. È quanto chiedono a tutti i governi i giovani di Religions for Peace, con la campagna lanciata in Costa Rica.
Arms down

«La nostra campagna mira a raccogliere 50 milioni di firme, per chiedere a tutti i governi di destinare il 10 per cento dei loro investimenti in armi ad azioni per lo sviluppo. Il 10 per cento della spesa militare globale sarebbe sufficiente a raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio posti dall’Onu. Dobbiamo farlo!». Fanno riflettere le parole di Ms. Parker Diggory, rappresentante per il Nordamerica dei giovani di Religions for Peace, rete interreligiosa mondiale per la promozione della pace e della cooperazione.

 

L’occasione era l’apertura della campagna Arms down (Giù le armi) lo scorso 7 novembre in Costa Rica, alla presenza del capo dello Stato e premio Nobel per la pace Oscar Arias e con il sostegno del segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon. Si tratta della prima campagna interreligiosa per il disarmo portata avanti dai giovani, e nasce dalla nozione di “sicurezza condivisa”. Elaborata da 800 leader religiosi durante l’assemblea di Kyoto nel 2006, la sicurezza condivisa è stata definita da William Vendley, segretario generale dell’organizzazione, «un nuovo paradigma politico, che dà eco ai semi di pace che si trovano nelle grandi religioni del mondo. Riconosce che la vulnerabilità del singolo è un’invito ad avvicinarsi all’altro con compassione».

 

Proprio la coscienza che la sicurezza, la pace e lo sviluppo globale possono essere raggiunti solo insieme, ha spinto i giovani di Religions for Peace a lanciare una proposta diretta non solo ai governi, ma anche ai leader religiosi, ai credenti, alle comunità locali e a tutti coloro che vorranno aderire, per fare pressione affinché l’obiettivo venga raggiunto. Il primo ad apporre la propria firma è stato il presidente costaricano, la cui fondazione – la Arias Foundation for peace and human progress – ha sostenuto l’iniziativa. «Questa campagna – ha affermato – riconosce il ruolo fondamentale delle comunità religiose e dei giovani nel costruire la sicurezza condivisa».

 

Tra qualche tempo la petizione sarà aperta alle firme di quanti vorranno contribuire a questa causa. Per ulteriori informazioni sulla campagna, vedi il sito di Religions for peace.

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