Se il barista dice no a slot machine e gratta e vinci

La decisione di Giorgio Borrelli di rinunciare alle macchinette mangiasoldi e la mobilitazione a Cagliari. I motivi di una campagna di sensibilizzazione
Slot Mob a Cagliari foto di Marco Espa

«La decisione di togliere le slot machine dal mio Caffé – dice Giorgio Borrelli, proprietario dell’esercizio commerciale – non è stata facile, specie per i problemi che una rinuncia del genere comporta. Ho visto trasformare la mia attività in un qualcosa di non positivo e questo non mi andava. Perciò ho deciso si chiudere la saletta dove avevo alcune slot machine, e di recente anche di eliminare i gratta e vinci dal bar, a scapito di perdite importanti negli incassi». Per questa sua decisione, Borrelli è stato premiato, da alcune centinaia di cagliaritani, che sabato scorso – nell'ambito della campagna “Slot Mob, Cittadini mobilitati per il buon gioco contro le nuove povertà e la dipendenza dal gioco d’azzardo” -, si sono ritrovati nel suo "Caffe Valentina" di via Pessina per bere un caffé.

«Grazie a questa manifestazione – commenta Borrelli – ho visto tante persone che la pensano come me. Mi farò portavoce presso i miei colleghi per far sì che la situazioni migliori e tanta gente non finisca sul lastrico per il gioco d’azzardo». L’iniziativa cagliaritana ha coinvolto oltre 20 tra associazioni e soggetti del terzo settore che hanno dato la loro adesione: dal volontariato ai movimenti ecclesiali, dal mondo dello spettacolo ai media locali. Tutti uniti per dire basta al gioco d’azzardo.

Alla base dello “Slot Mob” c’è l’idea di una rivoluzione che deve partire dal basso. «Crediamo – ha detto l’economista Leonardo Becchetti, presente sabato sera a Cagliari – che il voto con il portafoglio sia l’uovo di colombo. Ovvero se io con i miei consumi decido di premiare aziende maggiormente responsabili dal punto di vista sociale e ambientale posso modificare il mercato. Prendere coscienza del modo con il quale spendo i miei soldi negli acquisti può cambiare le cose. Sono certo che la vittoria arriverà, perché la presa di auto-coscienza è la strada con la quale invertire la rotta».

Tra i fautori della tappa cagliaritana di Slot Mob, il ricercatore di economia all’ateneo di Cagliari Vittorio Pelligra. «Vogliamo premiare persone come Giorgio che hanno detto no al gioco d’azzardo. Il voto con il portafoglio non è una protesta o una forma di boicottaggio, quanto invece un modo per dare un riconoscimento a tutti i locali che hanno rinunciato ai profitti derivanti dal gioco d’azzardo, e quindi dallo sfruttamento dei soggetti più deboli della società». 

I promotori di Slot Mob vogliono stilare un elenco di esercizi commerciali che, a Cagliari, sono già slot-free e un altro elenco di quelli che lo vorrebbero diventare. Per questo gli ideatori invitano tutti quelli che possono a segnalare gli esercizi commerciali che hanno rinunciato ad avere nel proprio locale slot o altri giochi d'azzardo. 

L’iniziativa sta cominciando a creare qualche problema a chi ne trae profitto. In particolare qualche settimana fa il sito internet di riferimento è stato hackerato, segno che l’iniziativa è temuta. Dietro al mondo dell’azzardo c’è un business miliardario, che vede però oltre mezzo milioni di italiani ludopatici, per lo più persone meno istruite, con più tempo libero ed un reddito basso, con costi sanitari che si aggirano sui quarantamila euro a soggetto affetto da questa patologia, e quindi con un dispendio di denaro per le casse pubbliche. Nella sola Cagliari si contano oltre 900 ludopatici: una cifra in continua crescita visto l’andamento dell’economia isolana, che registra sempre più poveri e quindi sempre più persone a rischio ludopatia.

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