Scuola, le lezioni sono ricominciate tra le difficoltà

C'è la questione del green pass e il problema atavico delle classi pollaio, gli orari distanziati e i mezzi di trasporto affollati, ma mai come quest’anno, la ripartenza della scuola può dare il via alla ripresa di un intero Paese.

È in atto la tanto attesa ripartenza della scuola “in presenza”, ma le condizioni di avvio delle lezioni non sono prive di difficoltà. A cominciare dalla faccenda del green pass obbligatorio.

Il green pass
Ogni giorno, insegnanti e personale ATA, eccetto i soggetti sanitariamente “fragili”, saranno tenuti a presentare il documento all’ingresso della scuola, con impegno di tempo e di personale impiegato per il controllo giornaliero. Una piattaforma messa a disposizione dei dirigenti consentirà comunque loro di controllare, in tempo reale, lo stato di attivazione del green pass dei dipendenti scolastici. L’obbligo del documento da pochi giorni è stato esteso inoltre a qualunque soggetto faccia ingresso all’interno della scuola, compresi i genitori degli alunni.

L’aspetto più problematico, tuttavia, riguarderà il personale educativo che non intende vaccinarsi e che dovrà o esibire, più volte la settimana, il documento che attesta l’esito negativo del tampone effettuato (a pagamento) oppure essere destinato, se supererà i cinque giorni di assenza ingiustificata, alla sospensione dal servizio e dallo stipendio e al pagamento di multe molto salate (da 400 a 1000 euro). Multe che dovranno pagare invece i dirigenti scolastici se non effettueranno i dovuti controlli. Si stima intorno al 7% il numero degli insegnanti che non si è ancora vaccinato neanche con una dose. Fatto sta che non sarà neanche facile sostituirli, in quanto i docenti precari evitano ad inizio anno di accettare supplenze di breve durata, in attesa di incarichi annuali.

Classi pollaio, distanziamento e mascherine
Molte classi, soprattutto alle superiori, sono ancora formate da 28 o 30 alunni, all’interno di aule che spesso non superano i 30-35 metri quadrati. Si ripresenta quindi il problema delle “classi pollaio” in tempo di Covid e quindi del necessario distanziamento fisico fra gli studenti, anche a causa del mancato accordo fra le scuole statali e gli enti locali per il reperimento di ulteriori spazi da destinare alla formazione. In classe, sia i docenti che gli alunni (al di sopra dei sei anni di età) saranno tenuti a indossare sempre la mascherina.

I trasporti
Altro aspetto cruciale resta quello dei trasporti, per tutti gli studenti, ma soprattutto per quelli delle scuole superiori, costretti in tanti casi a viaggiare per decine di chilometri al giorno, sia all’andata che al ritorno. Alcune misure in tal senso sono state approntate: l’80% di capienza massima dei posti nei mezzi pubblici; l’obbligo di indossare la mascherina all’interno; la predisposizione di un software per consentire a scuole ed enti locali una migliore analisi dei flussi di spostamento per singolo istituto; l’acquisto di sei mila nuovi mezzi per il trasporto pubblico. Sempre in questa direzione, le scuole hanno predisposto la diversificazione degli orari di ingresso ed uscita degli alunni, per ridurre al minimo spostamenti di massa.

Misure che, nel loro insieme, possono attenuare ma non, prevedibilmente, ridurre in modo significativo i rischi di contagio durante il trasporto da e verso le scuole.

Inseguire la normalità
La notizia buona è che l’anno scolastico sarà affrontato comunque in presenza e questo eviterà i pericolosi contraccolpi sugli apprendimenti e sulla dimensione socioemotiva degli alunni, causati lo scorso anno dal lungo periodo di DAD forzata, soprattutto a danno degli alunni più svantaggiati sul piano socioeconomico.

Ma è soprattutto il profondo desiderio di normalità e di relazione dei nostri bambini e ragazzi a rendere questi primi giorni di scuola così speciali. Le parole del ministro Bianchi su Rai 1, nella trasmissione “Porta a porta”, danno un’idea dei sentimenti in campo: «Ieri sono andato quasi di nascosto in una scuola primaria. Ho visto i bambini, le bambine, le maestre emozionate, le mamme con le lacrime, i nonni e di colpo è passata tutta la stanchezza perchè abbiamo visto che la scuola riprendeva. Lo so anch’io che ci sono dei problemi, però abbiamo fatto una scelta, quella della scuola in presenza».

Mai come quest’anno, la ripartenza della scuola, con i suoi numeri e con la sua complessità organizzativa, sembra arricchirsi di una sorta di carica simbolica aggiuntiva, dando il segno della ripartenza e ripresa di un intero Paese.

 

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