Sarkozy in stato di fermo per i soldi di Gheddafi

Nicolas Sarkozy martedì 20 marzo, di mattina, è stato trattenuto in custodia cautelare nei locali della polizia giudiziaria di Nanterre, dove era stato convocato come parte in causa delle indagini su possibili finanziamenti da parte della Libia della sua campagna presidenziale del 2007
ANSA/AP Photo/Francois Mori

A Nanterre, nella periferia di Parigi, l’ex-presidente francese sotto torchio per i finanziamenti che avrebbe ricevuto dal dittatore libico, che nel novembre 2011 attaccò con una furia sospetta

La verità storica non sempre viene a galla. Talvolta ci vogliono decenni o secoli, perché un fatto venga elucidato. Talvolta la storia scritta dai vincitori resta invece quella vera, pur essendo falsa o perlomeno parzialmente falsa. La vicenda della guerra libica, scatenata nel marzo 2011 da Sarkozy e Cameron in vena di grandezze rispettivamente degaulliane o churchilliane (ma che rapida fine che hanno fatto tutti e due) forse arriva a un punto fermo. Che svelerebbe la gravissima condotta dell’ex-residente all’Eliseo.

I fatti: Nicolas Sarkozy martedì 20 marzo, di mattina, è stato trattenuto in custodia cautelare nei locali della polizia giudiziaria di Nanterre, dove era stato convocato come parte in causa delle indagini su possibili finanziamenti da parte della Libia della sua campagna presidenziale del 2007. È stato sentito pure l’eurodeputato Brice Hortefeux, già ministro degli interni con Sarkozy dal 2007 al 2012. Dopo la pubblicazione, nel maggio 2012, sul sito Mediapart di un documento che documenterebbe i finanziamenti della campagna di Nicolas Sarkozy da parte di Gheddafi, i magistrati inquirenti paiono avere in mano le prove della transizione di denaro.

Secondo Le Monde, l’uomo d’affari «Ziad Takieddine ha detto di aver spedito 5 milioni di euro in contanti da Tripoli a Parigi tra il fine del 2006 e all’inizio del 2007 prima di passarli a Claude Guéant e Nicolas Sarkozy, allora ministro dell’interno». Altre prove di passaggi di denaro riguarderebbero l’ex ministro del petrolio libico Choukri Ghanem, morto nel 2012 in circostanze ancora non elucidate. Infine, Bechir Saleh, l’ex portaborse di Gheddafi, recentemente ferito in un attentato a Johannesburg, aveva detto sempre a Le Monde: «Gheddafi ha detto di aver finanziato Sarkozy. Sarkozy ha detto che non è stato finanziato. Credo più a Gheddafi che a Sarkozy».

All’epoca l’opinione pubblica internazionale fu sorpresa dalla determinazione di Sarkozy (e di Cameron) di voler colpire Gheddafi nonostante l’opposizione di Usa, Germania, Italia e altri Paesi europei, che intuivano forse come sarebbe finita la partita. Sorprese pure l’accanimento di Sarkozy e dei servizi francesi nel cercare di far fuori l’ormai ex dittatore in fuga: fu l’aviazione francese ad attaccare il convoglio dei Gheddafi in fuga verso il deserto. I miliziani del Cnt lo uccisero in modo oltremodo cruento il 20 ottobre 2011. Ora il sospetto appare più chiaro: Gheddafi avrebbe finanziato (probabilmente con 50 milioni di dollari) la campagna elettorale del 2012 di Sarkozy, e non esitava a dirlo in giro. Questo sarebbe stato il motivo principale dell’intervento franco-inglese contro il dittatore di Tripoli: Sarkozy non poteva permettersi, alla vigilia di elezioni che poi comunque perse, una tale macchia nel suo curriculum.

Si attendono conferme e sviluppi in questo caso che, se confermato, potrebbe rivelarsi il più scandaloso affaire di ingerenza della politica europea negli affari pubblici del mondo arabo dopo la Seconda guerra mondiale.

 

 

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