Rotterdam, Fenix risorge ancora

Rotterdam, la spettacolare città galleggiante dell’Olanda, balza in questi giorni sulla ribalta artistica internazionale. Il suo spazio portuale di Katendrecht infatti è protagonista di una rigenerazione urbanistica che, partita qualche anno fa, si concretizza ora nella trasformazione di un ex quartiere degradato e a luci rosse in un hub culturale. La struttura interessata dalla pregevole rinascita architettonica porta il nome di Fenixloods e nel 1923 era il più grande magazzino di stoccaggio e trasbordo merci del mondo. Una metà di quel deposito, Fenixloods II, dopo il restyling, è diventata Fenix, il prestigioso museo d’arte internazionale che venerdì 16 maggio 2025 apre ufficialmente le porte ai visitatori.

La Fenice dei migranti
Ma Fenix è molto più di un museo d’arte. Il porto di Rotterdam, infatti ai primi del ‘900 era sì il luogo da cui partivano e in cui arrivavano le merci, ma era anche l’approdo per milioni di esseri umani provenienti nelle condizioni e dalle parti più disparate del mondo. Oltre alle opere d’arte, dunque, il museo Fenix custodisce ed espone nelle sue sale le storie, le fotografie, i racconti e le testimonianze che narrano, raffigurano e ci parlano proprio di quelle vite umane.
Ci soffermiamo sulle 194 fotografie provenienti da 55 Paesi e scattate da 136 fotografi, sui volti pieni di speranza delle tante persone che alla fine del 1900 «in oltre tre milioni – ci spiegano gli storici del museo Fenix – dalle banchine del capannone Fenixloods salirono a bordo delle navi dirette in America e Canada». Sguardi ed espressioni di donne, uomini, bambini che stanno lasciando per sempre la propria terra o che sono appena approdati in un nuovo continente. Gente comune, ma anche persone “non comuni”, come ad esempio Albert Einstein anch’egli emigrato negli Usa salpando proprio dal molo di Fenixloods.
Ma al di là della provenienza e dell’essere i migranti persone ordinarie o speciali, è stato il loro reciproco senso di solidarietà che ha reso «Rotterdam, città di partenze e arrivi» uno straordinario crogiuolo multietnico, «modellato dalle oltre 170 nazionalità dei suoi abitanti».
Fenix il “Tornado”
È tempo di conoscere il museo. L’edificio che ospita Fenix si estende per ben 16 mila mq e a restauro ultimato è stato soprannominato il “Tornado”. È diventato infatti «una struttura organica e dinamica fatta da una scala a doppia elica che sale dal piano terra e che, evocando l’aria che ascende, scorre su e fuori dal tetto su una piattaforma di osservazione che si snoda sopra la città».
Ma Yansong, il geniale architetto pechinese dello studio MAD Architects che ha ideato e realizzato la rigenerazione di Fenix, spiega: «Abbiamo creato un dialogo architettonico tra l’edificio preesistente, i suoi dintorni, il suo passato fatto da tante storie di migrazione e la sua rinnovata struttura che guarda al futuro». Storie quest’ultime sicuramente familiari a Ma Yansong visto che agli inizi del ‘900 furono proprio i migranti cinesi i primi che, appreso della richiesta di manodopera nei faticosi lavori portuali, giunsero numerosi a Rotterdam dove costituirono la più antica e popolosa Chinatown dell’Europa Continentale.
Salendo poi sul terrazzo del museo, ci aspetta l’”occhio del Tornado”, «uno spettacolare punto panoramico da cui ammirare le vedute sul fiume Nieuwe Maas e la suggestiva skyline di Rotterdam».
L’interno del Fenix invece è costituito «da una serie di vasti spazi espositivi distribuiti sui due piani che ospiteranno le collezioni, le mostre e le sempre crescenti installazioni». Al piano terra troviamo poi la spaziosa area detta Plein ovvero la Piazza. «Sarà uno spazio gestito dalla comunità – spiegano dal Fenix – e dove si svolgeranno eventi su larga scala, meeting, lezioni di lingua olandese, spettacoli ed esplorazioni di diversi stili di cultura alimentare. Il tutto sempre con ingresso gratuito».
Un “assaggio” d’arte
Stuzzicati dagli assaggi culinari, non possiamo non darne alcuni prettamente artistici sulle opere e le mostre che i visitatori ammireranno nel Fenix. Da non perdere All Directions: Art That Moves You, la mostra che presenterà 150 opere d’arte e oggetti dallo storico al contemporaneo provenienti da tutto il mondo e una raccolta di ricordi personali di storie di migrazione della gente di Rotterdam.
È quasi “obbligatorio” visitare la mostra The Family of Migrants, ispirata alla Family of Man di Edward Steichen, che era in mostra al MoMA nel 1955 ed è una delle mostre fotografiche più famose di tutti i tempi.
Il labirinto della valigia
«Una valigia non contiene solo oggetti, ma è uno scrigno pieno di ricordi e racconta una storia unica e rappresenta un punto di svolta nella vita di qualcuno». Questo pensiero, ha spinto il museo Fenix a collezionare negli ultimi anni più di 2000 valige che hanno viaggiato per il mondo con i loro proprietari. Il visitatore si addentrerà e perderà in un labirinto del museo fatto di valigie e, scegliendo quella che più lo incuriosisce, potrà ascoltarne mediante un’audio-guida l’intera storia.
«Una storia – dice Anne Kremers, direttrice del Fenix – che lega indissolubilmente Fenix a Rotterdam e alle sue numerose comunità. È una storia di arrivi e partenze e di cambiamento costante per affrontare il futuro. E Fenix è uno specchio dell’esperienza e delle storie di persone di tutto il mondo raccontate attraverso la lente dell’arte».
Il volo di Fenix
Il nostro viaggio di presentazione è giunto al termine, ma la nuova avventura del Fenix è solo all’inizio e a pochi giorni dall’apertura ufficiale cresce la curiosità di scoprire le tante storie di migranti in esso custodite e narrate. Chissà che tra quelle storie e fotografie non troviamo anche quelle dei nostri nonni, delle nostre famiglie. Ricordi e immagini che sembravano perdute o distrutte per sempre, e che invece come per magia tornano in vita in un vecchio magazzino di Rotterdam distrutto dalla guerra, ricostruito e divorato da un incendio, riedificato, caduto ancora nell’abbandono e infine rinato. Questo vecchio magazzino è Fenixloods e questa è la nuova avventura di Fenix la mitica fenice che oggi risorge ancora una volta dalle proprie ceneri.
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