Riviste sulla vita consacrata a convegno

Convegno riviste Vita Consacrata

Ci sono nella Chiesa ricchezze ignorate, che, quando conosciute, fanno allargare il respiro. Mi è capitato in occasione del terzo convegno internazionale delle riviste di vita consacrata, la settimana scorsa a Roma. Eravamo una trentina, la maggior parte di lingua italiana e spagnola (iberici e latinoamericani); a completare il quadro una brasiliana, una belga e uno scozzese. Rappresentanti di 15 testate. La cosa più gradita, a mio avviso, è che la maggior parte delle redazioni sono composte da religiosi e religiose di differenti famiglie religiose e dimostrano un affiatamento a dir poco notevole fra di loro. Dato che il tema del convegno era “Sulle orme del Concilio”, mi pare che nel nostro caso si stia camminando bene sui passi del Vaticano II, che ha posto la comunione come punto centrale per una Chiesa rinnovata.
Nonostante i limiti nella fedeltà ai fondatori, l’invecchiamento dei membri e la diminuzione delle vocazioni nell’Europa (non bisogna dimenticare che sono in crescita nelle altre zone del mondo), mi pare di poter affermare che la vita religiosa è il settore della Chiesa che si rivela più fedele al Concilio. Sia nella riflessione come nel rinnovamento e nelle iniziative.
I temi proposti nel convegno, alla riflessione per l’oggi e il futuro della vita consacrata, sono impegnativi: il primato di Dio, l’opzione preferenziale dei poveri, la vita fraterna, l’inculturazione e la multiculturalità, l’ecclesiologia di comunione con la riscoperta della Chiesa locale, il genio femminile. La partecipazione nel dibattito è stata ricca, appassionata, piena di speranza. E dà speranza.
Ci si ritrova in sintonia come persone che hanno la Chiesa nel cuore, che conoscono anche i suoi limiti, carrierismi, peccati, distanza dalla gente, ma per questo si sentono responsabili perché essa presenti sempre meglio quel volto che le ha disegnato il Vaticano II, perché il mondo incontri Cristo.
Sarebbe sbagliato raggiungere la propria identità a partire dalle situazioni e dalle preoccupazioni interne alla vita religiosa, da una riflessione ripiegata sulla vita religiosa. Mentre invece non possiamo affrontare i problemi se non partendo dal contesto ecclesiale e sociale, e collocandoci in esso; la stessa identità nasce dal confronto con la società e dalle risposte alle sfide che da essa vengono alla vita religiosa; all’orizzonte ci deve essere sempre il mondo intero: parliamo davanti al mondo anche quando parliamo di temi tipici della vita religiosa.
È stato confortante vedere come il cardinale João Braz de Aviz, che si è intrattenuto con i partecipanti in un dialogo di un’ora e mezza, stava in sintonia con la nostra riflessione e soprattutto ha dato una lettura della vita della Chiesa, dal posto che occupa, con grande oggettività e realismo, e allo stesso tempo con uno sguardo illuminato dal vangelo.

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