Il ritorno della destra

Con un percentuale del 39,9%, il risultato più alto degli ultimi dieci anni, Nea Demokratia ritorna e promette sviluppo, giustizia, meritocrazia e sicurezza. L’ammissione della sconfitta da parte di Tsipras, che ha avuto il difficile compito di traghettare il Paese fuori da una terribile crisi economica e istituzionale
Kyriakos Mitsotakis

Il leader di Nea Demokratia, Kyriakos Mitsotakis, ha vinto le elezioni con un gran distacco, capitalizzando prima di tutto il malcontento sulla questione dell’Accordo di Prespes sulla “Macedonia del nord” e sul fatto che il governo della sinistra di Syriza ha tenuto poco conto della classe media, che costituisce la spina dorsale della società e dell’economia ellenica.

D’altra parte Tsipras, nonostante varie concessioni elettorali dell’ultimo momento in favore di vari gruppi d’interesse, non è riuscito a salvare il suo governo. In pratica Tsipras, pur avendo deluso non pochi dei suoi sostenitori, tuttavia è riuscito a mantenere un elevato 31.5%, che gli garantisce un futuro politico, visto che la sua sarà una opposizione forte.

L’ex premier ha probabilmente pagato a caro prezzo i primi sei mesi del suo governo e le scelte fatte da Varoufakis, all’epoca suo ministro dell’economia, che avevano portato a un terzo programma di assistenza finanziaria da parte della troika Bce-Fmi-Ue. In seguito, in parte per mancanza di esperienza e in parte per le sue convinzioni di sinistra, non ha potuto gestire una situazione finanziaria di per sé estremamente difficile. Ad esempio, non è riuscito a completare il programma di privatizzazioni concordate con la troika. Si aggiungono una gestione poco decisa dell’Accordo di Prespes, della tragedia di Mati, della questione dei profughi.

Oltre tutto questo, ha imposto una forte tassazione alla classe media, con i frutti della quale ha sostenuto la sua politica sociale. Alcuni osservatori, inoltre, sostengono che in questi 4 anni Tsipras e il suo governo hanno accresciuto un atteggiamento arrogante rifiutato dall’elettorato greco. In più, Tsipras ha commesso un errore fatale nel sottovalutare Mitsotakis, che nel frattempo lavorava con efficacia per prenderne il posto. Il colpo finale è risultata una inchiesta giornalistica di una rete televisiva privata trasmessa nell’ultima settimana prima delle elezioni, secondo la quale Tsipras aveva barattato il sostegno delle istituzioni europee con l’Accordo di Prespes, visto che Juncker e la Merkel desideravano assolutamente una soluzione al problema macedone. Sarà vero? Fatto sta che l’inchiesta ha danneggiato ulteriormente un Tsipras già in difficoltà.

I socialisti del Pasok-Kinal hanno ottenuto un leggero aumento (8%) che li soddisfa ma non abbastanza. Non sono contenti anche per il fatto che Tsipras appare ancora saldamente il leader del centro-sinistra, una zona politica vasta che i socialisti volevano riconquistare. Non pochi analisti politici in effetti sostengono che il Pasok-Kinal rischia di scomparire, perché una parte dei suoi sostenitori confluirà in Nea Demokratia, e un’altra parte in Syriza.

La sorpresa di queste elezioni è stata tuttavia l’entrata di Varoufakis in Parlamento con Mera25 (il 25° giorno). Varoufakis, che per una particolarità del sistema elettorale per poco non era entrato al Parlamento europeo, è riuscito invece a fare il suo ingresso nel parlamento ellenico con una percentuale del 3,5%. Appare sorprendente il fatto che l’uomo responsabile del terzo programma di assistenza finanziaria (86 miliardi) sia stato votato, ovviamente dai sostenitori più a sinistra di Syriza delusi da Tsipras e dai suoi compromessi.

La Soluzione greca di Velopoulos entra pure in Parlamento con una percentuale del 3,7%. È un partito considerato una versione soft della destra di Alba Dorata, nonostante Velopoulos non lo ammetta. Ammette tuttavia di essere patriota, di non volere migranti, almeno non quelli “economici”, e di essere filorusso. Comunque, il fatto che Alba Dorata non entri in Parlamento è un sollievo per tutti. Sono spariti dalla scena politica anche altri piccoli partiti creati in reazione alla crisi e all’austerità, ma che non avevano radici nella società greca. Infine, i communisti del Kke hanno mantenuto le loro forze al 5,5%.

Il neo-eletto Mitsotakis ha promesso «un futuro migliore e un cielo più celeste e luminoso». Lo si vedrà presto.

 

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