Ripensare il ruolo di politica e religione

A Milano, ceri, icone e preghiere per ricordare i cristiani uccisi. Il commento del gesuita e islamologo Samir Khalil Samir
Manifestazione cristiani copti

«Vogliamo far sentire in tutto il mondo il nostro dolore»: hanno detto così i cristiani copti della chiesa d’Egitto, all’indomani dell’attentato del primo gennaio. E lo hanno fatto anche a Milano, dandosi appuntamento in piazza Duomo, dove si sono ritrovati in 200. Hanno accesso ceri, innalzato crocifissi e icone sacre e hanno pregato insieme, in italiano e in arabo, coinvolgendo anche tanti passanti.

 

Intanto il sito della diocesi Ambrosiana ha pubblicato un commento dell’islamologo e gesuita Samir Khalil Samir alle parole di Benedetto XVI, che aveva definito l’episodio un «vile gesto di morte», che «offende Dio e l’umanità intera». A padre Samir è stato chiesto cosa aspettarsi in futuro per la cristianità in Medio Oriente. La sua risposta ha evidenziato la necessità di collaborare tra   «cittadini, con i musulmani, con lo Stato per creare una società giusta, pacifica e rispettosa di diritti umani». Ha poi ricordato i pronunciamenti del recente sinodo per il Medio Oriente dove ciascuno dei vescovi ha insisto per restare nei rispettivi Paesi, ma non tanto per «difendersi contro qualcuno ma per collaborare».  Purtroppo constata Samir, «i terroristi non leggono i documenti del Sinodo e forse non ne hanno sentito parlare».

 

Ma allora cosa riserverà il futuro? « Occorre aprire un dibattito sul modello di società in cui si vuole vivere, – ribadisce il gesuita -. C’è il modello dei radicali islamici che vogliono che l’Islam penetri tutti gli atti della vita, i comportamenti, dal vestire al mangiare passando per le relazioni tra uomo e donna, per la vita economica e politica. Dall’altra parte abbiamo il cosiddetto modello occidentale che tende, diciamo pure pericolosamente, ad escludere il fenomeno religioso dalla vita politica». Due modelli e due progetti di società in forte contrapposizione. E non saranno certo le armi ad averla vinta. Anche per Samir è l’arma più efficace rimane quella del dialogo. «Un dialogo che dia alla religione un giusto posto nella società, che la tenga separata e non opposta alla politica. La laicità positiva proposta dalla Chiesa cattolica, che vede la collaborazione tra fede e politica mi sembra una strada percorribile», ha concluso Samir.

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