«Ricostruiremo Camerino»

La situazione del comune marchigiano. Su 7 mila abitanti, 3 mila sono sfollati. Il 70% delle case del centro è inagibile. Sono rimaste danneggiate tutte le fabbriche, mentre il patrimonio artistico sembra tutto in salvo. Occorre la riapertura delle attività economiche e della scuola. La gradita visita del presidente della Repubblica  
Camerino

Una visita breve, di circa venti minuti, ma intensa, tutta dedicata agli sfollati che a Camerino hanno dovuto lasciare le loro case, in seguito all’ultima violenta scossa di terremoto che ha colpito il centro Italia domenica scorsa. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha preferito l’incontro personale con centinaia di persone, soprattutto bambini e anziani, al tour previsto nella cosiddetta “zona rossa”, quella del centro del piccolo comune marchigiano, perla di storia e cultura medievale del nostro Paese, ormai in buona parte ridotto in polvere e macerie. Alle persone accolte nel palasport “Le Calvie”, il capo dello Stato ha voluto esprimere la propria concreta vicinanza e una sincera partecipazione, e ha assicurato: «Ricostruiremo Camerino meglio di come era, perché non vogliamo che non dobbiate più scappare dalle vostre case». Una presenza che è stata molto apprezzata dai cittadini e ha suscitato coraggio e fiducia: «È bastata la presenza del presidente per far sentire la gente non sola e questo è il primo segno di importanza per la ripartenza. Le Istituzioni ci sono vicine anche con fatti concreti che sto riscontrando» ha detto il sindaco di Camerino, Gianluca Pasqui, ai microfoni di Rainews24, parlando della visita di Mattarella nelle zone colpite dal sisma. Il primo cittadino ha ricordato che a Camerino non ci sono stati morti «e quindi ogni mattina rispondiamo presenti, contenti di esserci, pronti per ripartire». Per un aggiornamento sulla situazione del piccolo Comune marchigiano abbiamo raggiunto telefonicamente a Camerino il giornalista Dino Jajani:

 

Qual è la situazione oggi, nella zona rossa e in tutto il territorio del Comune?

La zona rossa comprende tutto il centro storico di Camerino. Su 7 mila abitanti attuali sono sfollati più di 3 mila, di cui mille sono andati negli alberghi verso il mare, mille sono alloggiati nei ricoveri predisposti dalle autorità e un migliaio hanno trovato riparo presso le loro seconde case e presso i parenti. Al momento, stando alle indagini che comunque sono ancora in corso, nel centro il 60-70% delle case è inagibile, mentre in periferia sono salve la gran parte delle abitazioni. Le strade sono tutte percorribili fino a Camerino, solo le vie di circonvallazione, viale San Francesco, viale Dante Alighieri, ecc…, sono quelle presidiate dalla polizia. L’ufficio postale funziona regolarmente, è stato spostato in una sede in periferia ma gli utenti possono andare lì una volta a settimana a ritirare la posta e pagare le bollette. Il carcere è stato evacuato per prudenza, l’ospedale funziona regolarmente e presso il centro sportivo “Le Calvie” che ospita centinaia di sfollati è stata allestita una farmacia e sono presenti dei medici e degli psicologi che collaborano molto fra loro. È gara di solidarietà che coinvolge anche i volontari delle Misericordie e la protezione civile: ci sentiamo protetti da questa massa umana che ci aiuta. Infine, il convento dei cappuccini, che è il più antico al mondo, non ha subito danni significativi, più danni ne hanno subiti quelli delle clarisse e delle carmelitane».

 

 

Quali sono le strutture più danneggiate?

Sono rimaste danneggiate tutte le fabbriche e c’è grande preoccupazione per i palazzi antichi del ‘500 di Camerino ed è interesse nazionale e internazionale recuperarli. Il patrimonio artistico sembra tutto in salvo, e c’è da ricordare che la scuola pittorica camerinese del ‘400 è stata insieme a quella di Gentile da Fabriano e dei Salimbeni di San Severino la più importante delle Marche e quindi quei patrimoni vanno salvaguardati. Si è riusciti a salvare il quadro di Giambattista Tiepolo che raffigura san Filippo Neri in estasi, che è il quadro per eccellenza della tradizione dei filippini. Due altri quadri preziosi di Jean de Boulogne sono stati portati a New York per una mostra e sono stati salvati. Riguardo le scuole, dovrebbero riaprire il 20 novembre ma non si sa se la data verrà rispettata perché non sappiamo se arriveranno in tempo i container.

 

 

Quali sono le priorità?

Ora è necessario dare sostegno adeguato alle strutture economiche che ancora resistono, gli esercizi commerciali che aprono e lavorano, e poi sostenere i giovani e gli studenti dell’università che in gran parte vengono da fuori Camerino e sono fuggiti ma che devono tornare a frequentare l’università qui.

 

 

Come procedono le verifiche di agibilità per le case?

Le verifiche sono state sospese in questi giorni proprio in seguito al succedersi delle scosse. L’altra notte all’una e trenta. È possibile, accompagnati dai vigili, accedere alle case per recuperare vestiti e cose necessarie. In seguito vengono fatti sopralluoghi per vedere se i palazzi sono agibili e consentire di recuperare cose più importanti. L’esercito, la polizia e i carabinieri presidiano tutti gli accessi alla città per evitare episodi di sciacallaggio.

 

Ieri la visita del capo di Stato che ha detto «ricostruiremo Camerino» e poi la rassicurazione del premier Renzi che ha assicurato che «i soldi ci sono…»

Le istituzioni hanno espresso vicinanza. Il presidente del Consiglio ha assicurato la massima disponibilità per la ricostruzione. Anche Mattarella ha avuto parole di forte incoraggiamento per la popolazione e di vera attenzione per i bambini e sono state molto apprezzate.

 

 

Il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli ha detto che subito dopo la ricostruzione viene il rilancio economico. Quali sono le attività economiche strategiche del territorio, quanto sono state danneggiate e cosa fare per ripartire?

L’economia di Camerino si basa su alcuni fattori essenziali: l’agricoltura, che è un’agricoltura di eccellenza grazie alla natura incontaminata e all’aria pura, è uno dei pilastri dell’economia della zona e non ha subito danni consistenti, né ne hanno subiti gli allevamenti. Questi possono essere punti di rilancio per il territorio come pure l’università di Camerino, le cui strutture non hanno subito danni. Per prudenza le lezioni sono state sospese. Solo il palazzo ducale, sede del rettorato, dopo 500 anni ha avuto lesioni, ma le altre strutture sono tutte sane. Quindi bisogna puntare sul turismo di qualità che faccia riferimento all’agricoltura e agli agriturismi, e sulle nostre aziende – che da noi ci sono tutte piccole ma sono tutte di grande qualità ‒ e non avranno difficoltà a riprendersi. Ricordo che alcuni marchi, come la pasta di Camerino, sono noti in tutta Italia e anche all’estero perché hanno vinto premi di qualità. L’assistenza deve durare finché c’è bisogno e deve essere attenta, accurata ed amica, ma già da adesso occorre pensare a piani di sviluppo per il territorio.

 

 

Anche la Chiesa è vicina ai terremotati

L’arcivescovo di Camerino, Sua Eccellenza Francesco Giovanni Brugnaro, ha celebrato la Messa all’impianto di “Le Calvie”, dove trovano assistenza circa un migliaio di persone che dormono e mangiano lì, sia l’1 che il 2 novembre. Da noi il 14 gennaio si ricorda santa Maria in Via e la tradizione vuole che la santa protegga Camerino dalle morti, e in effetti pur avendo subito distruzioni anche in anni recenti la città non ha mai avuto morti. Anche stavolta è andata così.

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