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Responsabili e sereni

di Benedetta Ionata

- Fonte: Città Nuova

Non va bene vivere nella speranza che qualcosa cambi, senza il nostro intervento attivo. Lo stato di serenità interiore.

Non è raro sentire frasi come: «Dopo che avrò concluso gli studi, vedrò di trovare un lavoro gratificante», «Quando sarò più tranquillo, mi impegnerò sul lavoro», «Deve passare questo periodo di negatività per potermi applicare con lo studio», «Dedicherò tempo alla famiglia quando sarò più sereno», e così via.

E in questo modo, continuando a fare pensieri simili, si rimanda il momento di prendersi delle responsabilità o di affrontare delle situazioni che ci possono disturbare. Utilizzare la parola «dopo» nella propria vita quotidiana è lasciare che la vita stessa scivoli via, e quindi vuol dire non affrontarla ma subirla. Significa subire le situazioni e dirsi: «Quando passerà questo momento farò…».

Si vive nella speranza che qualcosa cambi, ma senza il nostro intervento attivo. Il dopo è legato alla delega, cioè si delega al tempo la nostra responsabilità di intervenire per agire attivamente nella nostra vita. Così facendo, con il passare del tempo, si vive nella speranza che le situazioni si modifichino o che l’altro cambi. Utilizzare la parola «dopo» può spesso creare uno stato di costante insoddisfazione nel presente, per questo ci dobbiamo sempre più convincere che abbiamo solo il momento presente in cui agire perché il dopo non ci sarà.

Detto ciò, la domanda sorge spontanea: «Come uscire da questa modalità di pensiero disfunzionale?». Sicuramente un elemento importante per diventare una persona responsabile della propria vita è quello di porsi degli obiettivi da raggiungere, ma questi da soli non sono abbastanza. Anche impegnarsi in prima persona per realizzarli è un elemento fondamentale.

Tuttavia, tra tutti gli obiettivi ce n’è uno in particolare molto difficile da raggiungere ed è il vivere serenamente. Si può azzardare ad affermare che non esiste persona che non dichiari di voler vivere serenamente. Ma in realtà la serenità non è un obiettivo di per sé. È uno stato, è un modo di vivere. È un qualcosa che non si può perdere. Perché, se si perde la serenità, vuol dire che non la si è mai avuta. Tutti gli obiettivi che abitualmente ci si pone sono orientati verso l’esterno. È esterno a noi avere un lavoro, una casa o una macchina. Tutto ciò è possibile perderlo, la serenità invece no. Anche di fronte a situazioni estreme è possibile conservare la propria serenità. In che modo?

Si comincia prima di tutto a rendersi conto che è importante imparare ad accettare le cose per quello che sono, e la seguente citazione può rendere meglio l’idea: «Se una cosa la puoi cambiare perché ti preoccupi? Se una cosa non la puoi cambiare perché ti preoccupi?». Questa è sicuramente una delle frasi che più insegnano ad accettare la realtà, imparando a distinguere tra le cose che si possono cambiare e quelle che non si possono.

Non a caso esiste una famosa preghiera che recita come segue: «Signore dammi la forza di cambiare ciò che posso cambiare e la pazienza di accettare ciò che non posso cambiare. E donami la saggezza di capire la differenza tra le une e le altre».

Buddha stesso ci ha consegnato un grande insegnamento: tutto è impermanente. Ovvero ci vuole dire che la vita è cosparsa di sofferenza dovuta proprio a questa impermanenza e all’impossibilità di creare o avere qualcosa che rimanga per sempre, ma che al contrario tutto è in continua trasformazione. La cosa importante è imparare a superare questa sofferenza che permea le nostre vite. Questa condizione di impermanenza dovrebbe diventare un punto di partenza, una possibilità per ogni essere umano. Volgere in maniera positiva quello che a prima vista sembra qualcosa di estremamente negativo.

Dunque prima accogliamo questa realtà, prima ci diamo la possibilità di vivere la nostra vita in modo più positivo. Ma soprattutto bisogna comprendere che la serenità interiore è una condizione che dipende da noi stessi, e non cadere nell’errore di metterla in relazione con ciò che si vive nella propria realtà. Si potrebbe pensare che non si è in pace perché c’è qualche cosa intorno a noi che ci disturba o ci mette a disagio. È invece esattamente il contrario: non avendo serenità dentro di noi, non ce l’abbiamo neanche fuori. Come ho detto all’inizio di questo articolo, spesso siamo soliti rimandare e porre in un futuro ideale i nostri desideri ed obiettivi presenti, sperando che si realizzino. Anche con la serenità siamo portati a dire: «Quando ogni cosa sarà a posto, troverò la serenità», quando invece l’atteggiamento migliore sarebbe: «Vivi con serenità e tutto sarà a posto».

 

 

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