Reinventare l’industria del turismo africano

Ronald Mulenzi, un esperto di safari nella natura, racconta il crollo del turismo in Africa per la pandemia, ma anche le prospettive che il recente accordo Afcfta, l'istituzione di un’area di libero scambio continentale, apre al turismo interno e internazionale
Ronald Mulenzi

Con cascate, montagne, deserti, foreste pluviali, zone umide e savane, l’Africa è un continente di vero splendore. Con le sue culture, la fauna selvatica, la flora ineguagliabile, i magnifici spazi naturali che ospitano grandi branchi di rettili e mammiferi, una grande varietà di specie di uccelli e anche i pochi gorilla di montagna rimasti al mondo, il continente è una delle destinazioni preferite da molti turisti internazionali. In quali condizioni è l’industria del turismo in Africa dopo la crisi del Covid 19? Ne ho parlato con Ronald Mulenzi, fondatore e ceo di Intare Safaris Ltd. (www.intaresafaris.com), organizzatore di safari nella natura e nella fauna selvatica in Uganda e Ruanda. Questa regione è ben nota per le sue magnifiche caratteristiche naturali e per ospitare i gorilla di montagna. Le due montagne più alte del continente si trovano in questa parte dell’Africa: il Kilimanjaro (in Tanzania) e il monte Kenya. Il Nilo, il fiume più lungo, ha la sua origine dal più grande lago del continente, il lago Nyanza, conosciuto anche come lago Vittoria.

 

L’impatto della pandemia sull’economia del turismo in Africa, è stato definito come una crisi senza precedenti.

Negli ultimi 20 anni, il turismo è diventato vitale per le economie africane. Prima della pandemia, il turismo rappresentava circa il 7% del Pil. Consolidato con le attività accessorie di trasporto, ristorazione e artigianato, il suo contributo raggiungeva il 14% del Pil africano. Purtroppo, la crescita prevista tra il 3 e il 5% degli arrivi internazionali turistici nel continente non si è verificata: come per ogni continente, a causa dell’impatto della pandemia, l’industria turistica dell’Africa è distrutta, e l’afflusso di valuta portata dal turismo è cessato.

Ronald Mulenzi
Ronald Mulenzi

Promuovere il turismo locale è sentito come una possibilità di ripresa?

Per decenni, l’industria turistica del continente è rimasta legata ai visitatori internazionali, con una partecipazione molto bassa degli africani stessi. C’è poco turismo interno, e non c’è molta prospettiva di un suo aumento significativo a breve. Sviluppare una cultura del turismo domestico può richiedere un cambio di paradigma, ma è necessario per portare un cambiamento che può dare risultati in futuro.

Il turismo è stato tradizionalmente considerato come una “esportazione invisibile” che procurava ai Paesi coinvolti la valuta estera necessaria per finanziare i bilanci statali. Nella mente di molti africani, quindi, il turismo è un prodotto per stranieri che possono permettersi di pagare gli alti costi che comporta. La maggior parte degli investitori in strutture di accoglienza, per esempio, si rivolge a persone che possono spendere molto e che soggiornano in safari-lodge di lusso.

Gli enti del turismo africani hanno recentemente intrapreso una campagna volta ad incoraggiare la gente locale a visitare le attrazioni turistiche dei loro Paesi. Questo aiuta ad aumentare la presenza di turisti africani, ma è ancora lontano dall’attutire il crollo dell’industria dovuto al Covid 19.

La maggior parte della gente, in Africa, vive a un livello di sussistenza senza alcun surplus da destinare al “leasure”. Chi ha un reddito medio, preferisce viaggiare fuori dall’Africa per combinare il turismo con la visita ad amici e parenti. Altri preferiscono viaggiare ogni anno a Dubai o in Cina per lo shopping. Per loro è più attraente viaggiare fuori dall’Africa che visitare un parco naturale locale, per esempio.

Questa crisi è stata anche vista come un’opportunità per gli enti turistici di investire nella promozione del turismo interno per cambiare la mentalità della gente, sovvenzionando gli investimenti in strutture adatte al turismo interno.

 

Crede che l’accordo di libero scambio sia una svolta assoluta per i viaggi?

La classe media è in crescita in Africa, con una popolazione di giovani viaggiatori affamati di avventura. L’African Continental Free Trade Area (Afcfta) è l’Area di libero scambio continentale attiva dal 1 ° gennaio 2021, ed è stata creata dall’accordo tra 54 delle 55 nazioni dell’Unione africana. È considerata fondamentale per sostenere la crescita futura del turismo interno e regionale nel continente.

Come altri esempi di federazioni commerciali nel mondo, quest’accordo contiene entrambe le opportunità e le sfide. Se ben gestito, quindi, dovremmo aspettarci una spinta significativa non solo nei viaggi intra-africani, ma anche una possibilità di presentare l’Africa come una destinazione per i viaggiatori internazionali.

C’è una potenzialità notevole di attirare stranieri, ma anche africani della diaspora che tornano a casa per le vacanze; e ci sono giovani avventurosi e attivi sui social che hanno creato gruppi di interesse intorno ai viaggi in Africa. Gli enti del turismo africani sono e saranno gli agenti del cambiamento e i promotori di questo nuovo sviluppo.

 

 

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