Referendum: dubitare, informarsi, votare

Alla vigilia del voto sulla riforma della costituzione i toni sono alti e gli animi accesi. Ma da lunedì, comunque sia andata, saremo capaci di tornare a guardarci in faccia e di stringerci la mano, per convogliare le energie positive di tutti nella realizzazione del bene comune?
urna

Un caro collega mi disse una volta che non c’è niente capace di aizzare le persone e di far uscire la tigre nascosta in ciascuno di noi come la politica e il calcio. Quando la difesa appassionata delle proprie idee o della propria squadra va oltre i limiti del consentito, oltre il rispetto per gli altri, si arriva alla maleducazione, alla prepotenza e – si vedano, per fare un esempio di attualità, le ultime aggressioni ai danni dei tifosi della Juventus in Spagna – alla violenza.

 

Tornando alla politica, siamo ormai alla vigilia del voto sulla riforma costituzionale. Un confronto serratissimo, avvenuto talvolta con grande civiltà e competenza, ma più spesso, soprattutto in tv e sui social, con punte di ignoranza e di pressapochismo spesso elevati. Il tema è di estremo interesse ed attualità cosicché, giustamente, molti si saranno fatti la propria idea, ma gli indecisi sono ancora molti e accanitamente ricercati dai due schieramenti. I diversi leader politici sono onnipresenti sui mezzi di comunicazione e gli slogan volano, anche se in tanti ancora si chiedono di cosa parli esattamente questa riforma.

 

Auguro a me stessa e a ciascuno di votare secondo coscienza. Ma secondo la propria, di coscienza. Di diffidare da schemi troppo semplicisti e da slogan che, in fondo in fondo, non dicono niente. Di dubitare di chi si macchia di disonestà intellettuale, sottovalutando la nostra intelligenza e sensibilità. Ma soprattutto di leggere, di ascoltare, di confrontarsi perché questa riforma riguarda tutti noi.

 

Riguarda la costituzione, la carta comune che stabilisce diritti e doveri, opportunità e impegni degli italiani. È la Carta che rende l’Italia il Paese democratico in cui viviamo, che difende le minoranze e che traccia la strada per far lavorare chi governa, e che ci consente di avere libertà che in altri Paesi non immaginano neppure. Dunque, informarsi, poi informarsi, e ancora informarsi. Quindi, votare. Per i referendum costituzionali non c’è un quorum da raggiungere. Anche un solo voto in più può fare la differenza. Il mio, il tuo voto, può fare la differenza.

 

Ma lunedì ricordiamoci che dopo la battaglia elettorale, con volti tirati e cuori sanguinanti o tripudianti, ci dovranno essere strette di mano, toni più concilianti, parole un po’ più distensive, perché siamo tutti italiani. L’Italia, il nostro Belpaese un po’ acciaccato ed invecchiato, ma pur sempre sulla cresta dell’onda e nel cuore di tante persone nel mondo intero, merita cittadini che, invece di dividersi, siano capaci di tornare a guardarsi negli occhi, di stringersi la mano e di ripartire. Insieme. Utilizzando tutte le energie e la passione emerse finora. Per il bene comune. Perché siamo tutti italiani.

 

Qui lo speciale di Città Nuova sul Referendum costituzionale

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