Quirra, non c’è pace per i pastori

Disposto il dissequestro del poligono per le operazioni di bonifica, ma gli allevatori non potranno tornare. E le loro richieste rimangono, per ora, senza risposta
Poligono Quirra

Il poligono interforze del Salto di Quirra, nelle province di Cagliari e Ogliastra, è stato dissequestrato, ma i pastori dovranno andarsene. È la paradossale situazione venutasi a creare all’indomani della decisione del procuratore di Lanusei, Domenico Fiordalisi, che ha disposto il dissequestro dei territori per consentire ai militari l’avvio delle operazioni di bonifica delle aree inquinate. Il provvedimento era stato emanato dalla magistratura il 12 maggio scorso, per evitare pericoli alla salute a causa dell’inquinamento delle campagne e dei fondali marini. Il comando dell’aeronautica militare eseguirà i lavori per bonificare l’area, ma non verranno rinnovate le concessioni e verrà impedito agli allevatori e al bestiame di entrare nelle aree contaminate.

 

Una scelta che di fatto penalizza i pastori, e che sindaci e organizzazione di categoria hanno vivamente contestato. «Dopo gli impegni di luglio del sottosegretario alla Difesa Cossiga, e la strenua lotta degli allevatori di Quirra – dice il presidente di Coldiretti Sardegna, Marco Scalas – è calato completamente il silenzio sulla vicenda che riguarda 130 chilometri quadrati di territorio sardo. Sembra che delle imprese agricole, delle attività produttive, dei cittadini del territorio e del loro futuro non interessi a nessuno. È inaccettabile un trattamento di questo tipo da parte dello Stato, e chiederemo alla Regione di mantenere gli impegni presi nel porre in carico al ministero della Difesa il danno d’immagine e quello subito dai produttori nella propria terra». Coldiretti chiede che vengano sbloccati dalla Regione i fondi per gli indennizzi destinati agli allevatori e agli agricoltori che operano nel territorio del poligono. «Sono 500 mila euro – riprende Scalas – che rappresentano solo una parte dei danni che la Regione dovrebbe anticipare per conto della Difesa, ma chiediamo che quei soldi arrivino alle imprese: ormai li aspettano da mesi».

 

Dal canto suo, la Regione attende che si pronunci la Commissione europea. «Gli indennizzi ai pastori arriveranno se l’Unione europea ci darà il via libera per quanto riguarda i cosiddetti aiuti di Stato» ha affermato l’assessore regionale all’Agricoltura, Oscar Cherchi, dopo l’incontro con allevatori e amministratori del territorio. «Ho chiesto al sottosegretario alla Difesa Giuseppe Cossiga di venire in Sardegna – ha confermato l’esponente della Giunta – e di andare al poligono per chiarire la volontà dello Stato di venire incontro agli allevatori».

 

Il ministero tuttavia ha lasciato intendere che, al momento, non ci sarebbe nessun alcun risarcimento per gli allevatori: lo conferma il deputato Pd, Amalia Schirru, dopo la presentazione di una specifica interrogazione parlamentare. «Il governo non metterà in campo le iniziative a lungo promesse per bonificare la zona del Poligono di Quirra, né risarcirà le aziende locali per i gravi danni subiti» riferisce l’onorevole, in seguito alla risposta del sottosegretario alla Difesa Cossiga sulla situazione di grave danno ambientale nel poligono. «Non ci sono correlazioni con l’attività militare – ha detto Cossiga – per cui non si ravvisa alcuna esigenza di intervento».

 

Nel frattempo l’assessore regionale della Sanità, Simona De Francisci, ha annunciato che «a breve verranno avviati i lavori della Commissione per la valutazione epidemiologica sulle popolazioni residenti nelle aree adiacenti a installazioni militari di tutta la Sardegna. Sono previste analisi mirate sia per le leucemie e linfomi particolarmente rilevanti in quelle zone, sia per altre patologie prevalenti nella popolazione».

 

Infine nuovi casi di militari ammalatisi nei poligoni sardi sono stati segnalati da Falco Accame, presidente dell’Associazione nazionale di assistenza vittime arruolate nelle forze armate e famiglie dei caduti. Il primo riguarda una persona impiegata a Capo Frasca, nell’Oristanese, alla quale è stato diagnosticato un tumore ai genitali; un altro un militare della provincia di Roma che ha operato nei poligoni sardi di Capo San Lorenzo (Salto di Quirra) e Capo Teulada, con l’incarico di “sorveglianza al munizionamento del poligono”, e ha partecipato alle missioni tra la Bosnia e l’Albania (zona di frontiera colpita da armi all’uranio impoverito).

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