Quirra, il processo sull’inquinamento si farà

Per otto imputati resta l’accusa di “omissione dolosa aggravata di cautele contro infortuni e disastri”. Secondo il consulente della Procura i metalli pesanti sono riconducibili alla composizione del suolo e non alle esercitazioni militari del poligono, ma le parti civili e i parenti delle vittime annunciano battaglia
Divieto di transito

Il processo sull’inquinamento nel poligono di Quirra si farà. Lo ha stabilito il Tribunale di Lanusei che ha prosciolto dall’accusa dodici dei venti imputati, tra i quali l’ex medico della base di Perdasdefogu, l’ex sindaco del centro ogliastrino, Walter Mura, e i componenti la commissione del ministero della Difesa accusati di diverse omissioni. Per altri otto imputati, tutti militari, resta l’accusa di “omissione dolosa aggravata di cautele contro infortuni e disastri”, in sostanza secondo i giudici i responsabili militari del poligono non hanno recintato l’area per impedire ai pastori di portare le loro greggi al pascolo.

La decisione arriva dopo che il consulente della Procura, il professor Mario Mariani, docente di Ingegneria nucleare al Politecnico di Milano, ha presentato, dopo un anno di lavoro, la sua relazione, dalla quale emerge che i metalli pesanti e gli agenti inquinanti trovati durante l’inchiesta della procura di Lanusei, sono riconducibili alla composizione dei suoli e delle rocce della Sardegna e non alle esercitazioni militari. Quindi secondo il perito niente inquinamento, ma solo “normale” presenza di sostanze potenzialmente dannose dovute alla tipologia dell’ambiente sardo.

Per poter avere un quadro esaustivo, lo stesso professor Mariani rimanda ad una successiva analisi da realizzare da esperti di materie diverse, come biologi, chimici o geologi, in grado di meglio specificare i valori rilevati e rilevabili da successive analisi.

Eppure l’inchiesta avviata nel 2011 dall’allora procuratore Domenico Fiordalisi, oggi trasferito a Tempio Pausania, partiva da dati allarmanti come l’incremento dei tumori tra la popolazione residente, militari e pastori in particolare, e le “mutazioni” nella fauna, come l’agnello a due teste. Le successive analisi rilevarono valori fuori norma per torio e altri metalli pesanti ed il poligono venne messo sotto sequestro.

Il prossimo 23 settembre otto militari, che dal 2004 al 2010 hanno comandato il poligono interforze e la base di Capo San Lorenzo, dovranno comparire in tribunale.

La decisione del Gup non è piaciuta alle parti civili e ai parenti delle vittime che hanno annunciato battaglia. Lo stesso procuratore Fiordalisi nell’ultima udienza ha smontato la super perizia che a suo dire sarebbe priva di dati importanti, mancando analisi specifiche su acqua, animali e cibo.

La vicenda, se da un lato sta prendendo sempre più i contorni della querelle giudiziaria, lascia sullo sfondo un senso di incertezza. In molti si chiedono se in quel tratto di Sardegna che va da Lanusei al Sarrabus, passando per il Gerrei, ci sia stata e ci sia ancora una qualche forma di inquinamento in grado di danneggiare chi lavora e vive in quei luoghi, anche perché le esercitazioni continuano, sebbene nei mesi estivi siano di fatto sospese.

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