Quando parlano le armi (e il business)

7 giorni, 7 notizie poco conosciute: Olanda e Srebrenica; miniere liberiane; Cina e Sudamerica; attentati in Kenya, Egitto e Libia
Nicolas Maduro e Xi Jinping

Mercoledì 16 luglio: Olanda condannata per Srebrenica
19 anni ci sono voluti perché il Tribunale civile dell’Aja si esprimesse sulla richiesta di risarcimento delle famiglie delle 8 mila vittime della strage di Srebrenica, in Bosnia, ad opera dell’esercito serbo agli ordini di Ratko Mladic. Viene cioè riconosciuto che il battaglione olandese sotto le insegne Onu che aveva in consegna di proteggere l’enclave di Srebrenica consegnò illegalmente la popolazione nelle mani dei serbi, con leggerezza più che con dolo.

Giovedì 17 luglio: miniere liberiane
Dal 2005 uno dei maggiori colossi dell’acciaio a livello mondiale, l’indiana ArcelorMittal, ha avviato una forte produzione di metalli ferrosi in Liberia, Paese da decenni in stato più o meno latente di guerra civile. L'altro giorno s’è registrato l’assalto nella zona di Yekepa, nel Nord-Est del Paese, ad alcune miniere di ferro della società indiana, per mano di un ignoto gruppo civile di Tokadeh che reclama maggiore giustizia nella realizzazione degli accordi intercorsi tra la multinazionale e le comunità locali. L’accusa è quella di non voler rispettare gli accordi raggiunti. Risultato: 6 agenti feriti e 48 dimostranti arrestati.

Venerdì 18 luglio: Cina e Brasile alleati
Dopo la conclusione del summit dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) tenutosi a Brasilia, il presidente Rousseff ha ricevuto l’omologo cinese Xi Jinping. Sono stati firmati 32 programmi bilaterali di cooperazione. Nel 2013, il volume di scambi tra i due partner è stato di 83 miliardi di dollari. Tra l’altro, il Brasile ha venduto alla Cina 60 aerei della Empresa Brasileira Aeronautica, terzo costruttore al mondo dopo Boeing e Airbus.

Sabato 19 luglio: Kenya, ancora attentati
Questa volta sono 7 i morti dell’ultimo attentato perpetrato dai fondamentalisti somali di al-Shabaab, che ha preso di mira un autobus sulla costa kenyana, nel distretto di Lamu. Tra i 7 morti vi sarebbero anche 4 poliziotti. La novità di quest’attacco è che sembra che vi sia stata una saldatura tra i ribelli fondamentalisti somali e gruppi locali di fanatici, in particolare il cosiddetto Consiglio repubblicano di Mombasa.

Domenica 20 luglio: Tripoli a ferro e fuoco
Almeno 50 sono i morti per la furiosa battaglia scatenatasi attorno e dentro l’aeroporto di Tripoli. 120 i feriti. Milizie opposte si fronteggiano, senza che ci sia ormai una vera chiarezza negli schieramenti. Il governo cerca di rimediare al blocco dell’aeroporto di Tripoli riattivando anche per i voli internazionali quello di Zuwara, un vecchio scalo inadeguato all’accoglienza di tanti passeggeri, ma comunque fornito di una pista adatta all’atterraggio dei voli internazionali.

Lunedì 21 luglio: Strage di militari egiziani
Uno “strano” episodio probabilmente di natura terroristica ha portato all’uccisione di 21 guardie di frontiera. L’episodio è accaduto nel governatorato di Al Wadi Al Jadid, più precisamente nell’oasi di Farafra, seicento chilometri a sud-ovest del Cairo, al confine con la Libia. È stato proclamato un lutto nazionale di tre giorni. Non sono ancora chiari i termini della vicenda, soprattutto chi siano gli autori dell’attentato.

Martedì 22 luglio: Cina e Venezuela
Continua (si concluderà a Cuba) la tournée sudamericana del presidente cinese, che in precedenza ha fatto scalo anche a Caracas. 640 mila sono i barili che ogni giorno (!?!) fanno mezzo giro del mondo per togliere la sete di carburante alle fabbriche cinesi. In realtà dal 2003 la Cina gestisce direttamente alcuni giacimenti al largo di Maracaibo. Lo scopo è di superare il traguardo di un milione di barili al giorno nel breve termine (nella foto Ap i presidenti Nicolas Maduro e Xi Jinping).

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