Quando le mucche sono più forti dei tori

La vittoria della Svizzera sui favoriti spagnoli, emblema di un Mondiale alla rovescia?
Svizzera Spagna

 

Le tranquille mucche svizzere hanno avuto la meglio sui tori da corrida. L’esempio non offenda la multietnica e multicolore squadra elvetica, né le spente furie rosse spagnole, ma il successo degli scudodcrociati su una delle favorite del torneo è forse l’episodio più sintomatico di un Mondiale… alla rovescia! Viste tutte le squadre almeno una volta, occorre riconoscere che non si è visto un granché. Modesto anzitutto lo spettacolo offerto finora: a parte la Germania e con i tedeschi la Corea del Sud e il Cile, poca è stata la fantasia e poco è stato il bel gioco visti sul campo. Le africane hanno deluso più di tutte: poca sostanza, poco coraggio, la tattica a soffocare l’istinto. Il jogo bonito del Brasile non c’è stato: Dunga ama più far giocare i verde oro all’europea che invitarli a mettere in campo numeri da carnevale.

 

Le stelle che avrebbero dovuto illuminare il Mondiale hanno luce fioca o non brillano affatto: nessun gol e nessun bagliore è venuto da Ribery, Sneijder, Villa, Cristiano Ronaldo, Kakà e via dicendo. La star è finora, ma nella prima partita della seconda giornata, Diego Forlan, biondo talento uruguagio sbocciato nell’Atletico Madrid. Leo Messi ha appena appena messo fuori il piedino d’oro che il destino gli ha dato in dono.

Non sono stati solo i campioni a non andare a segno: solo 25 goal in 16 partite nella prima giornata non s’erano mai visti. Quattordici goal in meno che a Germania 2006 (1, 56 goal a partita contro i 2,43) non sono irrilevanti. Poco talento, paura di perdere, gambe molli da esordio? Vedremo nel prosieguo, ma se il senso del calcio sono i gol, se mancano i gol che spettacolo è?

 

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