Quale scommessa per l’educazione?

Nel 150° dell’unità d’Italia, Educazione Unità (EdU) punta al sud per il suo quinto incontro pedagogico "Comunità che educa: una scommessa vincente"
edu

Duecentosettanta i partecipanti che il 9 ottobre hanno gremito la sala del Centro La Pace (www.centrolapace.org), e molti quelli che hanno partecipato grazie ad una speciale diretta internet, ad un programma elaborato in sinergia con pedagogisti ed educatori di vari Paesi del globo.

Riflettori accesi, quindi, su una realtà – quella della comunità educante – che sembra vivere un’eclissi e sfuocarsi di fronte alle tante comunità virtuali vivacissime, senza confini ma spesso anonime e non sempre educative.

 

Quasi paradossalmente, infatti, in un mondo sempre più globalizzato e caratterizzato da una società dell’informazione e della comunicazione, aumentano il senso di estraniamento e di frammentazione e cresce la solitudine, tanto che l’Organizzazione mondiale della sanità prevede che nel 2030 la depressione giovanile diventerà la seconda causa in assoluto di morte. Occorre quindi – come sottolineato con calore napoletano dal prof. Domenico Bellantoni (Pontificia Università Salesiana, Roma) – riflettere sul «senso e sul significato della relazione, in particolare nel contesto della comunità e, nello specifico, della comunità educante». Una comunità che la relazione della Commissione internazionale EdU ha voluto assumere ad icona educativa per eccellenza, città ideale nella quale relazioni autentiche si fanno strumento di educazione. Si sente sempre più «bisogno e voglia di comunità» che permetta di arrivare a trovare l’«unità nella diversità»: compito arduo ed entusiasmante e scommessa impegnativa ma ineludibile, fatta propria dai partecipanti e resa tangibile dalle testimonianze di buone pratiche educative e dalla partecipazione corale ai lavori di gruppo e alla plenaria.

 

I partecipanti sono ripartiti con gioia e rinnovato slancio educativo: «Si può fare: esco di qui con nuova speranza!», «Occorre imparare la grammatica della relazione», «Siamo pronti ad un impegno individuale e collettivo, a fare proposte costruttive e a saperle perdere», «Il rivedersi nuovi ogni giorno crea la comunità». E dai messaggi giunti via Internet: «Che straordinaria possibilità di costruire rapporti personali tra di noi e nelle nostre comunità anche con l’aiuto dei mezzi di comunicazione» (Slovenia); «Sono disposta insieme a tutti ad impegnarmi nel portare avanti con speranza questo grande progetto».

 

E dopo la domenica torna il lunedì, che richiama ognuno all’impegno – evidenziato nelle conclusioni dal prof. De Beni della Commissione EdU – di «partire con un progetto condiviso e di essere fedeli a quel progetto», nella certezza che insieme è possibile «trasformare l’inferno in paradiso», contribuendo così a formare quell’«uomo-relazione» illustrato magistralmente da Chiara Lubich nella videoregistrazione della lectio in occasione della laurea honoris causa ricevuta nel 2000 a Washington.

I più letti della settimana

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons