Quale difesa in casa propria?

Un abbonato ci racconta uno spiacevole episodio vissuto. La depenalizzazione del reato di danneggiamento semplice - non adeguatamente pubblicizzata - pone il cittadino che subisce un danno in una posizione difficile, affidandolo alle lungaggini della giustizia amministrativa

L’altro pomeriggio un uomo sente bussare con insistenza il citofono mentre sta riposando. Si alza con calma, ma quando risponde dall’altra parte del filo non c’è nessuno. Sono le 18 passate: l’uomo pensa che si sia trattato di un errore. Pochi secondi e un nuovo lunghissimo squillo. L’impiegato va a rispondere e vede due uomini che stanno forzando la porta di casa. Inizia a gridare, cerca di uscire, ma la porta, già scardinata, non si apre. Esce da un’altra porta, e vede i due che salgono su un’auto, che però non si allontana – come verrebbe da credere – a tutta velocità, ma resta in zona ancora un po’. Forse per riprovarci in un momento più opportuno. Mentre rincasa, la brutta sorpresa: oltre alla porta scardinata, anche il cancello di ingresso è distrutto. In una manciata di minuti, in una strada affollata da altre vetture, due malviventi sono riusciti a farsi largo indisturbati in casa sua.

La povera vittima chiama i carabinieri, che quando arrivano – ormai è sera – lo invitano, il giorno dopo, a sporgere denuncia. Il mattino seguente, l’impiegato va in Questura. Viene ricevuto da un maresciallo che, ascoltata la richiesta, dice che purtroppo, non può sporgere denuncia, ma – se proprio insiste – può presentare una querela, perché il danneggiamento di beni privati non è più un reato penale, ma un semplice illecito amministrativo, con una possibile sanzione che va da 100 a 8mila euro. Lo stesso vale se qualcuno ti rompe volontariamente il cellulare o ti urta l’auto. Cosa cosa cosa? Risponde allibito il malcapitato. E perché mai? Perché, gli spiega abbattuto il poliziotto, il reato di danneggiamento “semplice”, anche se sommato alla violazione di proprietà privata, è stato depenalizzato. Quando? Esattamente un anno fa, il 6 febbraio 2016, quando al fine di svuotare le carceri e di ridurre l’intasamento dei tribunali, il governo Renzi ha cancellato, con un colpo di spugna, una serie di reati considerati “bagatellari”, praticamente delle semplici controversie.

Il nostro impiegato, incredulo, prova ad approfondire e scopre che è proprio così. Anche se lui e la sua famiglia non se ne sono accorti, le leggi sono cambiate e se qualcuno prova illecitamente ad entrare in casa sua e, nel farlo, gli distrugge quello che trova davanti a sé, non può difendersi. Anzi, deve anche fare attenzione perché, se il malvivente si fa male mentre è in casa sua, può anche chiamarlo in giudizio! Oltre al danno, anche la beffa! Certo, se invece i ladri avessero forzato l’ingresso di un edificio pubblico il reato di danneggiamento sarebbe restato. E lo stesso avverrebbe se si danneggiassero alberi e viti destinate al rimboschimento.

Perché questa doppia regola? Siamo sicuri che questa complessità e contradditorietà delle risposte dello Stato ai cittadini non apra le porte al successo di gruppi e partiti che promettono più sicurezza, più ascolto dell’amministrazione e più tutela del singolo contribuente? Interrogarsi su questa materia vuol dire cercare di capire le risposte che la politica dovrebbe dare ai cittadini.

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