Città nuova
oltre le mura

Da sempre Città Nuova è un periodico che attraversa le mura di molti istituti di pena, in una direzione e nell’altra. Grazie ai contributi spontanei che arrivano per gli abbonamenti ai detenuti, offriamo loro spazi di libertà, di dialogo, di apertura, occasioni di riscatto.

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La speranza torna in carcere

Dalla casa circondariale di Castrogno

L’esperienza che viviamo io e mia moglie Luisa insieme altri volontari presso il carcere di Castrogno, possiamo dire che è cominciata quasi per caso.

Si era reso necessario verificare se le riviste Città Nuova – donate da una giovane signora di Teramo – arrivassero a destinazione e soprattutto se venivano distribuite nelle diverse sezioni della struttura.

D’accordo con la direzione dell’area trattamentale della casa circondariale, è stato elaborato un progetto denominato “lettura mediata di Città Nuova per una serie di incontri con i detenuti della 3^ e 4^ sezione maschile (media sicurezza), con lo scopo di creare momenti di lettura e commento di alcuni articoli della rivista che permettessero una ricaduta positiva sul loro e nostro vissuto.

All’inizio si percepiva una sorta di scetticismo da parte della direzione dell’Area Trattamentale ed una sottile diffidenza da parte dei detenuti che si chiedevano noi chi fossimo, cosa volessimo, cosa ci guadagnassimo…

Con molta costanza (da una volta ogni 15 giorni, si è passati ad incontri settimanali di circa due ore) e vincendo anche momenti di stanchezza siamo riusciti a superare tutti i giudizi. È molto bello e commovente vedere i “nostri amici” aspettarci alle sbarre dei finestroni che danno sul cortile interno e sentire la loro voce, il loro gridare «sono arrivati, sono arrivati!».

Sono più di cinque anni, che questa esperienza va avanti per le sezioni maschili e più di un anno per la sezione femminile.  Per quest’ultima sezione ci è stata di grande aiuto la responsabile del UEPE, Teresa Di Bernardo che ha inserito le volontarie nel gruppo di auto aiuto, con numerose partecipanti. Possiamo dire che di momenti forti ce ne sono stati, come per esempio un incontro tra detenuti ed alunni delle scuole superiori. Evento questo che ha significato proprio un tempo decisivo per molti studenti. Sono venuti ad incontrare i nostri carcerati anche Aurora Nicosia e Carlo Cefaloni della redazione di Città Nuova.

Un nostro amico scrive tra il resto:

«È stato un vero piacere ed onore conoscervi. Il vostro servizio molto concreto ha apportato delle vere e proprie rivoluzioni all’interno del sistema che qui eravamo abituati a vivere, modificando e migliorando l’apertura di noi detenuti l’uno con l’altro e cambiando molto il clima tra di noi. Cercate con la vostra opera e missione di ristabilire l’equilibrio che abbiamo perso stando reclusi nella propria cella anni e anni, dando a noi la forza di superare con più speranza gli anni che abbiamo ancora davanti e soprattutto quello di avere un obiettivo una volta usciti: quello di cercare di ricostruire una vita e di non tornare a delinquere, dandoci un’alternativa alla malavita».

Ma ora vorrei aggiungere brevemente quello che tutto questo è stato per me:

Io non ho mai avuto timore di cancelli, sbarre, porte blindate e tutto questo mi ha aiutato molto ad essere tranquillo, distaccato da paure o da sensazioni di chiuso e quindi a dare pienamente la mia attenzione a ciò che si viveva in quei momenti. Mi ha anche aiutato molto pensare che alla fine del mio tempo mi verrà chiesto «ero carcerato e sei venuto a trovarmi, ero malato e mi hai curato».

In questi mesi di lock-down, siamo comunque riusciti a far giungere la rivista con regolarità durante le chiusure totali ed ora in presenza finchè si potrà farlo. Attualmente siamo gli unici autorizzati ad entrare nella struttura oltre ai religiosi per le funzioni liturgiche.

Amedeo Lisciani

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Questa è solo una delle testimonianze di quello che Città Nuova può fare all’interno delle carceri.

Ci aiutate?

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