Processo lungo. Che cos’è?

Equilibrare accusa e difesa o aumentare sproporzionatamente i tempi per arrivare alla sentenza? Il parere dell’esperto
tribunale

Fiducia in Senato sul “processo lungo” con 160 voti a favore e 139 contrari. L’ opposizione, che ha espresso voto contrario, vede nel provvedimento una ulteriore norma “ad personam” .

Quali sono le principali novità del ddl?

Tra le novità più discusse c’è la possibilità per la difesa di presentare lunghe liste di testimoni, anche se già sentiti in analogo procedimento, oltre all’acquisizione di ogni altro mezzo di prova a favore dell’imputato.

 

Lo scopo dichiarato è quello di equilibrare maggiormente accusa e difesa, impedendo il «taglio» indiscriminato dei testi della difesa, lasciando come unico filtro la «non pertinenza».

Mentre oggi, infatti, è consentito al giudice di non ammettere le prove ritenute superflue, in caso di approvazione definitiva del ddl, il giudice vedrebbe limitata la propria discrezionalità, potendo rigettare la richiesta di prove che appaiano non solo superflue ma anche manifestamente non pertinenti.

 

Per capirci: nell’ipotesi di delitto commesso in luogo pubblico (piazza, cinema, stadio,…) la difesa potrebbe portare come testi a discarico tutte le persone presenti in detto luogo, sul giusto presupposto che queste abbiano assistito ai fatti. Poiché, quindi, sono testimonianze pertinenti all’oggetto del processo penale che si sta celebrando, il giudice sarebbe vincolato ad ammettere senza alcun taglio tutti i testi proposti dalla difesa. E’ intuibile come, in tali ipotesi, l’ascolto di tutti i testi delle nutrite liste testimoniali presentate dalla difesa, richiederà un gran numero di udienze, con il conseguente, voluto o meno, allungamento dei tempi del processo.

 

Il ddl prevede, inoltre, che le sentenze di altri processi, passate in giudicato, non abbiano valore di prova, con l’eccezione dei reati di terrorismo e mafia. Anche questo è uno dei punti maggiormente criticati dall’opposizione. Viene inoltre consentito alla difesa dell’imputato di «interrogare o fare interrogare le persone che rendono dichiarazioni a suo carico».

 

Il ddl dopo il sì al Senato torna ora alla Camera per l’approvazione definitiva, ma lo scontro sui contenuti tra maggioranza e opposizione resta aspro

Critica ovviamente la posizione del Csm. A parere del vicepresidente Vietti, infatti, il cosiddetto “processo lungo” va «esattamente nella direzione opposta rispetto all’Europa», relativamente alla durata dei processi. Anche l’Associazione nazionale magistrati (Anm), tramite il proprio presidente Luca Palamara, ritiene il ddl «inaccettabile» e continua: «La giustizia è una cosa seria, ma purtroppo nell’ultimo periodo rischia di essere ridicolizzata: processo lungo, processo breve, la verità è che si vuole impedire di portare il processo a sentenza. È un favore ai criminali e nega la giustizia alle vittime».

 

Il nuovo Guardasigilli Francesco Nitto Palma, tenta di smorzare le critiche sul merito, e taglia corto sulle conseguenze del provvedimento. «Il processo lungo appena passato al Senato? Si dicono tante inesattezze», ha spiegato il successore di Alfano: «Non avrà nessun effetto deflagrante».

Il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, prima del voto ha rivendicato «il diritto di batterci per un provvedimento in cui crediamo», attaccando l’intenzione dell’opposizioni di «abbattere qualcuno con l’uso politico della giustizia». Insomma, «nessun piede del padrone e nessun regime», ha concluso il presidente dei senatori del Pdl, «facciamo liberamente una legge giusta».

 

 

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