Prima del voto un dibatttito senza succo

Primo dibattito pubblico tra I partiti ellenici in vista delle prossime elezioni. Poca sostanza, molte parole al vento, mentre il Paese deve affrontare, senza un vero piano europeo  l'arrivo di migliaia di profughi e migranti
Migranti festeggiano l'arrivo in Grecia su un gommone partito dalla Turchia

Il dibattito dell'altra sera tra tutti i partiti, in vista delle prossime elezioni in Grecia, non ha aggiunto niente a quello che già la gente conosceva dalle diverse interviste e dalle dichiarazioni fatte alla Fiera Internazionale di Salonicco. L’opinione pubblica, stando ai sondaggi, in realtà non si aspettava nulla dal dibattito che, in ogni caso, non le avrebbe fatto cambiare opinione.

 

Tutto sommato nel dibattito i presidenti dei vari partiti hanno adottato la tattica del “catenaccio”, al punto che nessuno è riuscito a segnare un gol, cioè nessuno ha convinto i greci di poter, da solo, attuare efficacemente l’accordo europeo. Secondo un sondaggio di domenica scorsa, ben il 70 per cento della gente vuole un governo di coalizione e di ampie intese. Secondo tutti i sondaggi, tra l’altro, la differenza tra i due grandi partiti rimane al 0,5 per cento, mentre Alba Dorada risulta terza forza politica con un lieve vantaggio su Potami, Pasok e Unità popolare. D’altra parte, se si considera che le statistiche hanno un margine di esattezza del più o meno 2,8 per cento, si capisce come il risultato finale sia sospeso a un filo. Pare che gli indecisi (10-13 elettori su 100) influenzeranno il risultato. Il 58,4 per cento degli indecisi sono donne tra i 35 e i 54 anni: questa volta il risultato delle elezioni dipende allora da loro.

 

Un altro fattore da prendere in attenta considerazione è l’immenso afflusso di profughi e immigrati che non può essere gestito autonomamente e che, in certi casi, provoca episodi di intolleranza e violenza. Questi episodi si creano a causa soprattutto delle reazioni di immigrati afgani e pakistani, che accusano le autorità di discriminazione perché darebbero la priorità nell’accoglienza ai siriani. Attaccano spesso i poliziotti e sono talvolta aggressivi anche nei confronti dei cittadini delle isole, anche se questi fanno di tutto per aiutare profughi e immigrati.

 

I greci sono stati in passato essi stessi profughi, per cui possono capire la disperazione di questa gente; ma la gravità della situazione non può essere affrontata se non con un piano europeo. Rifugiati e migranti economici hanno uno status diverso per il diritto Internazionale, ma rimane il fatto che anche gli immigrati economici sono esseri umani disperati che scappano da situazioni impossibili e che meritano il rispetto della loro dignità. Nel frattempo l’emergenza immigrati fa solo crescere i consensi per Alba Dorada.

I più letti della settimana

Chiara D’Urbano nella APP di CN

La forte fede degli atei

Mediterraneo di fraternità

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons